Alberi… Salix spp.

Alberi… i SALICI sono l’argento delle nostre colline, lungo fossi e campi, anche in pieno sole (in Carpegna per esempio crescono rigogliosi), segnano sempre la presenza di acqua, anche quando non è visibile in superficie. Di piccola statura, corteccia rugosa negli alberi adulti e liscissima nei giovani rami. Fgolie lanceolate argentee che restano così anche secche. Gli amenti, i fiori, attirano le api e illuminano discretamente di bianco e di giallo limone la natura dopo l’inverno. Sono morbidi al tatto e da bambini li chiamavamo gatttini. In erboristeria si raccolgono foglie, gemme e corteccia per le proprietà analgesiche, antiinfiammatorie, astringenti (Salix alba L.). L’albero dona all’uomo tutte le sue parti. Le radici erminali rosse fuoco, immerse nell’acqua, venivano messe a bagno nelle fontane per tenere pulita l’acqua e libera da muschi ed alghe.

La salicina è un glucosde e venne sintetizzato (aspirina). In fitoterapia si usa la tintura madre o l’estratto secco di Salix alba che non causano disturbi allo stomaco come il farmaco chimico e sono di sicura efficacia nell’influenza, contro spasmi metruali, nella dissenteria e per alleviare l’emicrania. Il salice è un rimedio flessibile, come la pianta, e ognuno può trovare beneficio laddove è debole di costituzione.

Con i rami si intrecciano cesti e si legano le viti (Salix viminalis). Pianta tintoria (la tintura mi da un rosso rubino) ed essenza per un “fiore di Bach”: Willow, Weide, elastica, perdona chi la ferisce, rinasce con giovani virgulti e annuncia la primavera, prima di molti fiori.

Salix

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