Piante medicinali nel ritmo delle stagioni: appunti sulla piantaggine (Plantago spp.)

Plantago lanceolata

Con le sue foglie nervate e lanceolate e le pannocchie di fiori ascendenti, è relativamente facile da identificare dal punto di vista botanico. La confusione con altre specie vegetali o addirittura con erbe velenose è piuttosto improbabile. La piantaggine appartiene alla famiglia delle Plantaginaceae. Forma una radice centrale e rizomi avventizi con cui popola su terreni difficili, compattati e calpestati. È una pianta perenne con foglie lanceolate, nervate e a margine intero. Le corolle tubolari sui lunghi steli hanno stami lunghi con antere bianche e profumate, i fiori sono ricercati da api e insetti.

Plantago lanceolata con apparato radicale Schwaebisch Gmuend 2014 (web)

Comunemente è definita a volte una “erba infestante”, invece, dal punto di vista ecologico, è una cosiddetta “pianta indicatrice“: dove cresce molta piantaggine, il suolo è troppo compatto. In agricoltura sappiamo che è fondamentale che il suolo dei campi rimanga sciolto e ben aerato. I terreni in Centro Italia sono spesso ricchi di argilla e tendono a compattarsi, e la piantaggine lo mostra con le sue abbondanti popolazioni. Raccolgo fasci grandi a maggio – su campi che non hanno mai visto sostanze chimiche, si intende. Le trasformo in molteplici preparazioni, oleoliti, tinture, tisane, ossimele, pomate e unguenti, e ogni anno è un vero diletto.

Tutte le parti della piantaggine possono essere utilizzate, non solo per scopi erboristici e officinali, ma anche in alimentazione, crude o cotte. Il succo della pianta è ricco di clorofilla e di colore verde scuro quando viene spremuto. E’ un ottimo tonico in primavera e in estate per l’anemia, la debolezza polmonare e la stanchezza.

Succo di piantaggine: bevanda mattutina ricca di provitamina A e acidi grassi insaturi, rafforza il nostro metabolismo, la vista e il sistema immunitario

Ottieni il succo della pianta appena raccolta, di mattina, aggiungi rapidamente qualche goccia di succo di limone per evitare che si ossidi . Aggiungi poco olio di oliva extravergine, un pizzico di sale alle erbe e un cucchiaino di semi di lino dorati polverizzati.

Nella storia dell’erboristeria, le specie di piantaggine hanno una lunga tradizione come piante medicinali. A sud e a nord della dorsale principale delle Alpi, la piantaggine lanceolata e le piantaggini a foglia larga (Plantago media, P. ovata) venivano raccolte e lavorate fin dall’antichità. Erano ben note per gli effetti emostatici, cicatrizzanti, rinforzanti dell’intestino e dei polmoni, ed erano considerate piante magiche e oracolari e le troviamo raffigurate su affreschi e nei primi libri di medicina erboristica.

A partire dal Seicento, la piantaggine si diffonde in tutto l’emisfero settentrionale. Gli indiani nativi americani la chiamavano “impronta dell’uomo bianco“, insieme ad altre specie della stessa famiglia: Plantago media, Plantago ovata, Plantago afra, Plantago serraria, Plantago sempervirens e altre. Essendo un buon antisettico, la piantaggine era apprezzata per disinfettare ferite e abrasioni, trattare punture di insetti e contusioni.

Il fitocomplesso delle foglie è costituito da polisaccaridi, saponine, sali minerali, acidi organici, acido salicilico, flavonoidi, il glicoside aucubina e vitamine A, K e C. Iniziamo dal suo uso alimentare: le foglie finemente tritate aggiunte agli alimenti sostengono l’intero organismo, hanno un effetto antinfiammatorio e migliorano l’aspetto della pelle. L’infuso, la tintura madre, l’estratto secco, preparazioni tipiche della fitoterapia, in sinergia con Ribes nigrum ed Helichrysum italicum, prevengono efficacemente i disturbi causati dalle allergie.

I Greci chiamavano la piantaggine “Hepta pleuros”, sette costole, per via delle nervature delle foglie e della relazione con gli organi del torace, il sistema ritmico. La piantaggine è stata utilizzata fin dall’antichità per le infiammazioni delle vie respiratorie, della cavità orale e delle corde vocali. Nella fitoterapia tradizionale si prepara uno sciroppo a base di foglie fresche e miele o zucchero di canna integrale, che viene assunto in primavera e in autunno per la prevenzione ed è adatto anche ai bambini.

Le foglie di piantaggine sono un ingrediente di miscele di tisane ed estratti depurativi. Assorbe i veleni”, dicevano gli antichi che applicavano la pianta verde alle punture di scorpione. Oggi si sa che la piantaggine favorisce gli organi di eliminazione, in particolare il fegato e la cistifellea, la milza e lo stomaco. Il decotto della parte della pianta raccolta in aprile è indicato per l’influenza intestinale con nausea e diarrea (più volte al giorno a cucchiaini), mentre l’infuso ha un leggero effetto diuretico e fa bene agli anziani.

Rudolf Steiner parla di un “effetto delicato del manganese“, un metallo raro nel mondo delle piante medicinali. Ciò rende la piantaggine un valido aiuto per l’assimilazione del ferro. È un’erba amica delle donne che soffrono di anemia, debolezza e mestruazioni eccessive. Allo stesso modo, rafforza i bambini deboli alla fine dell’anno scolastico, gli studenti che devono sostenere esami e, in generale, quando il carico di lavoro è elevato ed è necessaria la capacità di recupero.