Mese: Agosto 2016

Il corso “Erboristi e Pellegrini” di erboristeria e cultura del paesaggio è offerto liberamente alle persone colpite dal sisma del 24 agosto.

Invito di partecipazione gratuita per persone delle aree colpite dal sisma:

Come Associazione Thaleia, vorremmo offrire la partecipazione gratuita al corso a coloro che hanno subito gravi danni nel terremoto del 24 agosto. Per il soggiorno, ci impegneremo a parlare con la foresteria del monastero.
Per chi fosse interessato, può contattare karin.mecozzi@aruba.itfonte-avellanavolantino-3

Principi di Erboristeria pratica a novembre ad Arcisate/Varese

Grazie agli amici di La Monda! erboristeria la monda

“Erboristi e pellegrini” è un progetto PETRARCA e THALEIA

fonte-avellanavolantino-3

Tela d’ortica

Fino al 1500, quando ebbe inizio l’importazione del cotone dall’India, con i fusti cavi dell’ortica (Urtica dioica L.) si fabbricavano indumenti, sacchi e cordame, mentre foglie e radici servivano per tingere le stoffe di verde e di giallo.

Sfiorando una tela ottenuta dalla fibra di ortica noto una particolare lucentezza, e se la fibra è sottile la stoffa mi ricorda la seta. E’ difficile immaginare che dall’ispida ortica si possa ricavare un tessuto simile!

La tela d’ortica è antistatica, cioè non si carica di elettricità, è durevole e versatile. Indossandola si avverte una gradevole sensazione di freschezza, dovuta alla sua azione equilibrante sulla temperatura corporea.

Dal punto di vista erboristico l’ortica è una delle piante officinali più utilizzate. Foglie e semi si impiegano nella depurazione dell’organismo, nell’anemia e nell’inappetenza e per aumentare la diuresi. In cosmesi l’estratto aiuta a rendere folta e luminosa la capigliatura.

Urtica nahe.JPG

Eremi, monasteri e abbazie, presidi di civiltà e sapienza

a

Eremi, monasteri e abbazie, presidi di civiltà e sapienza

di Graziano Ilari

Eremi, monasteri e abbazie, presidi di civiltà e sapienza che punteggiano luoghi sperduti e lontani dal mondo dove eremiti e monaci coltivano spiritualità e preghiera attraverso il lavoro e l’accoglienza di pellegrini e viandanti… Sembra la descrizione tratta dalla cronaca di un manoscritto medievale, invece è una realtà che possiamo ripercorrere e rivivere ancora oggi nelle pieghe dell’Appennino tra Marche e Umbria sulle orme di san Romualdo e san Pier Damiani nel solco della Regola di san Benedetto padre del monachesimo. A cavallo del Mille grande fu l’influenza di Romualdo di Ravenna tra il Catria e Valdicastro dove lascerà questa vita terrena per quella eterna del cielo il 19 giugno 1027. I monaci romualdini erano eremiti ma anche cenobiti perché questo aveva voluto il loro padre fondatore costruendo eremi ma affiancando ad essi anche monasteri. Il più famoso di questi complessi fu quello di Camaldoli in Toscana da cui deriva il nome della congregazione detta dei monaci camaldolesi. Edificati in luoghi sperduti ma sempre in prossimità di sorgenti d’acqua o limpidi torrenti, eremi e monasteri erano immersi in una natura rigogliosa di boschi e pascoli ma erano anche sentinelle di gole e valli montane dove diventavano riferimento per pellegrini e viandanti che così tracciavano vie dove di tanto in tanto trovavano monaci che li accoglievano mettendo in pratica la regola benedettina… tutti gli ospiti che giungono in monastero siano ricevuti come Cristo, poiché un giorno egli dirà: “Sono stato ospite e mi avete accolto” e a tutti si renda il debito onore, ma in modo particolare ai nostri confratelli e ai pellegrini. I monaci con il loro sapere producevano, seguendo antiche ricette, medicine e unguenti ma anche bevande liquorose e pozioni naturali che ristoravano ed erano di sollievo per l’anima e il corpo, per lo spirito e la mente. La loro erudizione si traduceva anche nell’arte della copiatura e della miniatura dei manoscritti come avveniva nell’eremo di Fonte Avellana, nel suo millenario scriptorium. San Pier Damiani era la fervida mente che sapeva anche di matematica e scienza conoscendo la Sezione Aurea, l’Analemma di Vitruvio e tante regole ancora di araba, greca e romana memoria. Ripercorriamo come pellegrini del passato quelle strade di antica memoria che uniscono tra romanico e gotico Santa Croce di Fonte Avellana, Santa Maria di Sitria, Sant’Emiliano in Congiuntoli fino ad arrivare alle altre, nel vicino Appennino…. buon cammino!

 Graziano Ilari, guida escursionistica e autore della guida “Pergola in tasca” (Claudio Ciabochi Editore, Fabriano), ha scritto per noi l’introduzione ai luoghi del corso “Erboristi e pellegrini – contemplare il paesaggio tra passato e presente”

fonte-avellanavolantino-3