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Rimedio dolce e delicato, olio essenziale di finocchio

Nelle regioni mediterranee il finocchio (Foeniculum vulgare) è utilizzato come pianta officinale da epoche remote. Del „finocchio dolce di Firenze“ si usa il grumolo, l’insieme delle guaine fogliari.

Le varietà spontanee, il finocchio selvatico “amaro” e il finocchio dolce crescono lungo strade e sentieri e nei campi. Si essiccano le parti erbacee e i fiori per aromatizzare i cibi. L’olio essenziale* di finocchio estratto per distillazione da semi, foglie e fusti ha un profumo intenso, avvolgente. Puro, aimg_2101può essere irritante per la pelle e si usa sempre in diluizione (per esempio, nell’olio di mandorle). E’ usato per alleviare le coliche dei bimbi, l’aerofagia e per stimolare la montata lattea.

Chi soffre di cefalea può versare 5 gocce di olio essenziale di finocchio, 1 di menta piperita e 3 di bergamotto in una grande tazza di acqua a argilla (1 cucchiaino su 300 ml, mescolare bene) ed immergervi un panno di cotone. Si applica sulla nuca per allentare la tensione, rilassare i muscoli e calmare la mente, un rimedio dolce e gradevole, soprattutto in inverno.

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  • Ricordo di usare oli essenziali di ottima qualità, distillati in corrente di vapore da piante bio e biodinamiche.

Un corso pieno di buone cose nell’Avvento

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Hyssopus officinalis L.

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Hyssopus officinalis Parco del Monte Cucco ph. Albertina Rossi

Issopo – Ysop – Hyssop (Fam. Lamiaceae)

Hyssopus officinalis subsp. aristatus (Godr.) Nyman, che ha foglie fiorali aristate all’apice.
Hyssopus officinalis L. subsp. officinalis, subspecie sopra descritta.

Hyssopus è il nome usato da Ippocrate derivato dall’ebraico ezob = “erba sacra”. È un termine molto antico frequentemente nominato addirittura nel Vecchio Testamento. L’epiteto specifico indica l’uso officinale.
La pianta conosce un largo uso sotto forma di infuso; si utilizzano le sommità fiorite e foglie che devono essere fatte essiccare rapidamente all’ombra, all’aria aperta e conservate in barattoli di vetro in un luogo asciutto. Ha proprietà aromatica, tonico-amaro-stomatica, balsamica, espettorante, antisettica e antiasmatica.  L’olio essenziale di issopo è neurotossico in quanto contiene tujone (responsabile dell’azione epilettogena), mentre trova impiego in cosmetica come componente di saponi, creme, lozioni e profumi nonché come aromatizzante di dolci e bevande alcoliche.
Descrizione: Pianta perenne, cespugliosa, glabrescente, aromatica, alta 30-50 cm, fusto legnoso alla base, ascendente e ramificato con peli crespi minutissimi (0,1 mm).
Foglie lanceolate, brevemente picciolate, opposte, lunghe fino a 25 mm, larghe 5 mm, generalmente revolute sui bordi e con ghiandole sessili; quelle fiorali sono acute, non aristate all’apice.
Fiori ermafroditi, raggruppati in verticillastri ascellari (4-6), volti da un lato, e ravvicinati in spiga terminale unilaterale; calice generalmente arrossato, pubescente tubuloso di ceruleo-porporino, lunga da 7 a 9 mm, con labbro superiore bilobo, quello inferiore trilobo, forte odore aromatico simile alla canfora e sapore amarognolo ma gradevole; 4 stami lungamente sporgenti.
Frutto è un tetrachenio ovoideo o oblungo, con tre spigoli ottusi, glabro e con minute fossette, ogni parte racchiude 1 seme nero rugoso.
Tipo corologico: Orof. Eurasiat. – Orofita dei rilievi montani dell’Europa e dell’Asia
Antesi: luglio – ottobre.
Habitat: Predilige terreni asciutti, rupi calcaree soleggiate e pascoli sassosi dai 200 ai 1200 m s.l.m.

Uso cosmetico: il macerato dei fiori è utilizzato come lozione per ammorbidire la pelle del viso. Le sommità fiorite contengono un gradevolissimo olio essenziale impiegato nel settore dei profumi utilizzato anche per l’acqua di Colonia. L’infuso di fiori e foglie, da applicare con delle garze sugli occhi stanchi e cerchiati.

In cucina: insieme ad altre 17 piante l’issopo, entra nella composizione del tè svizzero. Il miele d’issopo ha un gusto delicato ma decisamente profumato. Piccole dosi insaporiscono carni, minestre e insalate. Impiegato nella preparazione del liquore “Chartreuse” di origine benedettina.

Costituenti principali: olio essenziale, flavonoidi (diosmoside), acido rosmarinico, marrubina, acido oleoanolico, tannini.

Curiosità: questa pianta è stata citata in testi del VII secolo, e fu ampiamente usata in cosmetica. Non si ha la certezza che la specie conosciuta e apprezzata da Re Salomone sia proprio l’Hyssopus officinalis. Già nel XVIII secolo se ne conoscevano varietà diverse per il colore dei fiori e la forma delle foglie. In altri tempi, si usava per curare l’asma, le affezioni bronchiali e polmonari croniche.
In Persia l’acqua distillata ottenuta dalla pianta viene usata come cosmetico, in quanto ha la fama di rendere lucente l’incarnato.
Il miele di issopo è apprezzato per il gusto delicato anche se intensamente profumato.

(testi a cura di Antonella Casale & Giovanni Buccomino, tratti dalla scheda su www.actaplantarum.org,
)

…kommt irgendwann Lebendigem zugute

Was unser Geist der Wirrnis abgewinnt,
kommt irgendwann Lebendigem zugute;
wenn es auch manchmal nur Gedanken sind,
sie lösen sich in jenem Blute,
das weiterrinnt….
Und ists Gefühl, wer weiß, wie weit es reicht
Und was es in jenem reinen Raum ergibt,
in dem ein kleines Mehr von schwer und leicht
Welten bewegt und einen Sternen verschiebt.

Rainer Maria Rilke

1924

 

osservazione ampliata del paesaggio

Fiuminata, Marche, una dorata domenica di ottobre.
Da lontano lo scorgo subito, un grande pioppo bianco in mezzo a campi di medica e tavole abbandonate. E’ vecchio, grande, maestoso e, soprattutto, sano.
Mi avvicino lentamente, passo per passo, e apro la mia osservazione a “grandangolo” – impossibile riprodurre l’esperienza in fotografia, da provare interiormente con il tempo e senza pressione, negli spazi naturali aperti.
Dunque, mi avvicino ancora e trovandomi sotto la chioma, tocco la corteccia: sembra liquida e seguo il flusso dal basso verso l’alto e viceversa. Subito mi vengono in mente i bassorilievi longobardi, frammenti sugli altari, capitelli, scoperti nelle chiese e abbazie dell’Appennino centrale. E’ il movimento dell’acqua che gli antichi osservavano nelle piante, nelle rocce, nel paesaggio, e lo riprendevano nella loro arte come motivo di decorazione. Anche per esprimere l’inarrestabile flusso vitale che l’osservatore, allora come oggi, percepisce difronte a tale bellezza.
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Populus alba L.

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Arte longobarda, frammento di lastra, 750-800 ca. Museo Civico (Turin).ph. Sailko

assaggi del corso “LINIMENTI & POMATE” 10-11 dicembre 2016

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Salves and Ointments

This article fits perfectly to our next course in Fonte Avellana, many thanks!

10/11 DICEMBRE 2016 “Linimenti & Pomate con piante spontanee”


 

Monastero della Santa Croce di Fonte Avellana (PU)

 10/11 DICEMBRE 2016 “Linimenti & Pomate con piante spontanee”

Osservazione della natura in inverno e laboratorio di preparazioni erboristiche, unguenti e pomate per uso cosmetico e sportivo. A cura di Karin Mecozzi, Augusta D’Andrassi

  • Osservazione del paesaggio e delle specie a Fonte Avellana
  • Dal paesaggio alla preparazione: buone pratiche di raccolta, trasformazione e conservazione delle piante medicinali e aromatiche
  • Dalla pianta all’unguento: Laboratorio di preparazioni erboristiche con oleoliti e oli essenziali, sale, argilla, cera d’api, acque aromatiche
  • “Cosa è davvero presente in un cosmetico?” Lettura e comprensione delle etichette in cosmesi, con particolare attenzione ai derivati di origine vegetale
  • Decorare con le piante: foglie in “ecoprinting”, coroncina dell’Avvento

 

Tengono il corso:

Karin Mecozzi, erborista e raccoglitrice, ricercatrice e fondatrice del gruppo italiano di Accademia PETRARCA. Autrice di “Ars herbaria, piante medicinali nel respiro dell’anno” in lingua italiana e tedesca, pubblica su  www.karinmecozzi.wordpress.com

Augusta D’Andrassi, dottore forestale, guida naturalistica con accreditamento AIGAE e interprete ambientale nel Parco Nazionale del Circeo, formazione in fitoterapia, insegna chimica applicata alla cosmesi e cosmetologia.

 

Informazioni e aggiornamenti:

www.fonteavellana.itwww.karinmecozzi.wordpress.comwww.petrarca.info

Karin Mecozzi – Associazione Thaleia

 349 8383231 –  karin.mecozzi@aruba.it

 

 In collaborazione con

P E T R A R C A  – EUROPÄISCHE AKADEMIE FÜR LANDSCHAFTSKULTUR

ACCADEMIA PER LA CULTURA EUROPEA DEL PAESAGGIO in Italia

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Andar per erbe è sempre un piacere

Domenica, 2 ottobre 2016, alle 10 mi trovo a Frontale nei pressi di Apiro (MC), nella sede della Riserva Monte San Vicino e Canfaito (www.riservamontesanvicino.it). La Fondazione Oppelide di Gagliole dedica come di consueto una giornata alle erbe commestibili, e io tengo le lezioni.

Arrivando a Frontale, che si trova dall’altra parte della catena montuosa collegata al Monte San Vicino, il cielo si apre, il sole fa capolino e un gruppo variopinto di persone si affaccia curioso, desideroso di conoscere nuove erbe. Da Castelbellino, Ancona, Macerata, San Severino, Corridonia, volti giovani e meno giovani, tutti interessati. Le piante, il paesaggio tipicamente marchigiano nella stagione autunnale al suo inizio, con i suoi colori e profumi – è l’Appennino che amo tanto, con i suoi pendii, i campi lavorati , vigne vecchie e nuove e i boschi che luccicano nell’umidità mattutina.

Si, è vero, inizia l’autunno anche qui, e di erbe commestibili non ce ne sono più molte. Troviamo tuttavia cicoria, crespigno, lattaiola, aspraggine, ortica, ruchetta, malva, silene bianca, e quindi le aromatiche mentuccia e mentastro, clinopodio e finocchietto, carota selvatica e origano dolce. Nelle siepi lungo i campi vediamo finalmente i frutti delle rosacee, cinorroidi di rosa canina, drupe di prugnolo e biancospino, qualche meletta selvatica. L’interesse per le piante medicinali vere e proprie, trovate sul cammino, è grande: a cosa serve l’elicriso? trovo sollievo in modo naturale se soffro di allergia? E l’ansia? Rispondo, come sempre, apertamente: nel mio lavoro mi occupo di salutogenesi e di prevenzione. I disturbi legati a una malattia vanno sempre visti da un medico! Le preparazioni erboristiche accompagnano poi le cure, secondo la costituzione e situazione di vita della persona.

La giornata si conclude con una splendida vista sul lago di Cingoli e un’ultima sosta alla “fonte del parroco” di Frontale, borgo un tempo vissuto e oggi purtroppo sempre più vuoto. – Dei molti visi e delle riflessioni su erbe, ricette, tradizioni e memorie mi ricorderò, condividere è benefico; anche l’atmosfera del piccolo borgo di Frontale di Apiro e la solennità dei boschi nella Riserva del Monte San Vicino mi rimarranno nel cuore, splendidi angoli di mondo marchigiano.

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Prati di Gagliole (MC)

Erbe spontanee sotto il Monte San Vicino (MC)

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