Spontaneo in molte regioni d’Europa, il GUADO (Isatis tinctoria) cresce nei luoghi sassosi, calcarei e lungo strade e sentieri. Ha foglie astate e fiori giallo zolfo riuniti in corimbi. Le proprietà tintorie e medicinali del guado sono note fin da epoche remote.
Galeno elogiava le sue proprietà disinfettanti e antiscorbutiche.
Plinio raccontava dei bretoni che si dipingevano di blu per intimorire gli avversari.
Il pigmento veniva estratto dalle foglie con lunghe tecniche di macerazione, fermentazione e decantazione.
Nel rinascimento il blu di guado era utilizzato da artisti come Piero della Francesca, per dipingere e decorare arazzi e stoffe.
In centro Italia sono state ritrovate molte macine di pietra che servivano alla produzione del guado.
Il guado scompare all’arrivo dell’INDACO, importato dall’India e dal Sudamerica e molto meno costoso. Oggi il guado sta tornando alla ribalta: alcune aziende italiane lo usano per tingere lane pregiate e jeans ecologici, e il suo colore delicato – azzurro cielo – resta di un’ineguagliabile bellezza, anche quando sbiadisce.
(pubblicato su Calendario Barbanera “Le piante tessili e tintoree”, Karin Mecozzi 2013)
Un altro articolo per l’estate – per rinfrescarvi!
ph. ruth van crevel
Consigli erboristici nella stagione estiva
Nella stagione estiva, al giorno d’oggi, la vita sembra improvvisamente complicarsi: inizia il caldo e c’è chi parte per le vacanze in mare o in montagna (e teme gli insetti, le insolazioni o il mal di pancia) e c’è chi invece deve lavorare come sempre (sotto il sole cocente se è in campagna, all’aria fredda se ha il condizionatore). In entrambe i casi, nella nostra bella penisola, l’estate è diventata un periodo “difficile” e dai massmedia è descritta come …. una malattia!
Oggi, alle porte dell’estate, ai lettori del bollettino vorrei dire: i mesi di giugno, di luglio e di agosto sono fonte di Vita pura! Appena possibile, proviamo a rallentare un poco i ritmi di lavoro, ad aprirci alla luce, all’aria, all’acqua, a tutto quel sole che pervade la natura in estate. Sogniamo “i sogni del mondo” come diceva Rudolf Steiner parlando della forza del sognare. Con il culmine del caldo, secondo l’antroposofia, diventiamo tutti un po’ “chiaro-sognatori”.
Nei mesi estivi l’intero nostro essere raccoglie luce e leggerezza e inspira tutto ciò che rafforza e aumenta le difese immunitarie e stimola le forze di autoguarigione. L’estate è fonte di salute. Dopo San Lorenzo (11 agosto) già l’autunno bussa alle porte (l’autunno biologico inizia dopo Ferragosto), ma gli effetti benefici del caldo estivo e della vita all’aperto ci possono proteggere, rendere più forti, più flessibili e creativi.
Da un punto di vista più strettamente erboristico, vi è un aspetto a cui vale la pena dedicare dell’attenzione: la scelta dei prodotti erboristici e delle preparazioni cosmetiche. Oggi si trovano molti prodotti pronti, dallo spray alla compressa, dall’olio alla crema; aiutano a trovare sollievo in ogni situazione e sono di facile applicazione. In estate, la gamma dei prodotti è veramente enorme e invita all’acquisto il consumatore. Ricordiamo, tuttavia, che le materie prime non sono sempre biologiche e a volte provengono da paesi lontani, perché l’industria propone piante “di moda”. Soprattutto in estate, quando la natura stessa è Guaritrice e ci avvolge e ci nutre, non è sempre necessario acquistare prodotti pronti o di provenienza straniera. In Italia si trova una moltitudine di piante spontanee da utilizzare fresche o essiccate, piante aromatiche dai mille sapori e piante alimentari adatte a migliorare la forma psico-fisica. Ogni tanto, per esempio quando è molto caldo, durante il giorno si può mangiare solo frutta fresca bio e biodinamica. Alla sera si consuma un pasto di cereali e verdure condito abbondantemente con del buon olio di oliva a crudo. In questa maniera (semplice da adottare e gustosa) possiamo perdere dei liquidi in più per sentirci più leggeri, arricchendoci della luce e del calore dei frutti e dei loro nutrienti (vitamine, flavonoidi, preziosi saccaridi e acidi della frutta, oligoelementi, fitosteroli e enzimi).
Riguardo all’uso delle preparazioni erboristiche e delle piante officinali consigliamo:
• di utilizzare singole piante officinali (una per volta)
• di raccogliere alcune piante ed essiccarle per l’inverno, affinché si crei una conoscenza viva e vera dei prodotti erboristici, tra cui le tisane
• la scelta di piante officinali e preparazioni prodotte localmente, biologiche e biodinamiche
• l’abitudine di acquistare cosmetici semplici e di alta qualità (bio e bd) che contengono un’alta percentuale di materie prime europee e mediterranee.
In generale possiamo dire che la scelta di piante singole e prodotti erboristici locali, biologici e biodinamici rende l’uomo più sensibile al fluire delle forze vitali.
Di seguito, proponiamo alcune piante alimentari e officinali utili in estate:
Il pompelmo (Citrus paradisi) appartiene alla famiglia delle Rutaceae. Dai fiori odorosi si sviluppano frutti tondi dalla polpa gialla o arancione. Contengono zuccheri, acidi organici, minerali, vitamine B e C. Il succo è rinfrescante, aiuta a digerire i grassi, migliora il flusso linfatico, tonifica, trasmette freschezza e buon umore. Dai semi si ricava un estratto antifungino. Dalla scorza si ottiene l’olio essenziale leggero e agrumato che è fotosensibilizzante (non bisogna esporsi al sole dopo l’uso). Si diffonde rapidamente nell’ambiente, è adatto allo studio e agli incontri di lavoro: poche gocce nel diffusore favoriscono la comunicazione.
La maggiorana: originaria dall’antica Persia, la maggiorana (Origanum majorana) è conosciuta anche come “persia” o “persichina”. E’ una pianta aromatica perenne che ama i climi temperati e caldi. Cresce bene in vaso e le foglie ovali sono ricche di oli essenziali. In estate si raccolgono i rametti con i piccoli fiori bianchi, si essiccano all’ombra a mazzetti e si conservano in recipienti ben chiusi. La fitoterapia la considera una pianta antispastica, digestiva e balsamica. L’infuso di maggiorana aiuta ad allentare la tensione dopo una lunga giornata di lavoro conciliando il sonno in modo naturale.
La menta: La menta piperita è un ibrido naturale tra la Menta acquatica e la M. spicata. Soprattutto in estate è di grande aiuto per le qualità aromatiche e rinfrescanti. Le foglie possono essere raccolte tutta l’estate e si usano fresche o essiccate per preparare infusi e sciroppi o aromatizzare il tè nero. La menta piperita è ricchissima di oli essenziali e ha un sapore intenso. Esalta il gusto dei cibi freschi come la macedonia di frutta o le salse estive con lo yogurt. L’infuso di menta aiuta contro la nausea e l’emicrania; può alleviare stati di tensione e dolori mestruali. Applicato esternamente lenisce eruzioni cutanee e scottature solari lievi.
Antichi e nuovi consigli per una bevanda rinfrescante, tonica e adattogena: TE’
May I help you….? Come amo questa domanda cortese in inglese!
In queste prime giornate di caldo estivo, sotto un cielo ancora terso e azzurro, qualcuno può sentirsi in difficoltà: non per il calore, non per il sole, non per l’improvvisa vampata che ci abbraccia. Noooo!!
Può succedere per gli sbalzi di temperatura tra caldo e freddo, tra calore di giugno fuori e ARIA CONDIZIONATA dentro. ‘aria “condizionata”. E’ ovunque, in macchina, in molte case private, nei negozi, in banca, in stazione. 30 gradi fuori con una certa umidità, 20 gradi dentro, secchi secchi. Visto che di condizionamento si tratta, il nostro organsimo (che non è una macchina) a volte fa veramente fatica ad abituarsi, tra sportello della macchina e corsa veloce per raggiungere il supermercato, dove ci accoglie un’altra freddata.
L’aria refrigerata in sé non fa male, anzi, se ci abituiamo e non c’è troppa differenza di temperatura è gradevole e salutare, specialmente a fine giugno e luglio, nelle giornate della “Canina” quando tutto diventa rovente.La pressione sanguigna ne può risentire, dei giramenti di testa, un po’ di spossamento, naso chiuso, dolore alla cervicale. Non ci facciamo tanto caso ma noto quanti tonici ed adattogeni si vendono in farmacia ed erboristeria proprio adesso!
Rimediamo con piante nostre? Si! Rosmarino, Origano e Timo tonificano le pressione, il biancospino, la verbena, e molte molte altre. Esiste una preparazione, tuttavia, che vorrei condividere perchè mi accompagna da quando sono piccola, imparata dalla contessina Adriana a Roma, nel suo appartamento vicino a Campo di fiori:
Ricetta:
Fate come gli inglesi: una bella tazza di tè verde o nero alla mattina al posto o prima del caffè, meglio se amara, specialmente nel Black Tea, per avvalersi in modo completo delle sostanze tanniche, dei flavonoidi, della teina, di tutto quel fitocomplesso miracoloso e portentoso che caratterizza questa pianta “coloniale” e fermentata. Preparate circa 500 ml in tutto, è la dose di tè giornaliera per equilibrare la pressione, tonificare il sistema nervoso senza esagerare e aiutare la digestione – il tè è un ottimo antiinfiammatorio, soprattutto nei primi sintomi di cistite!)
Lasciate raffreddare il vostro tè, versate in una borraccia o in un thermos con poco zucchero di canna bio o sciroppo di melassa o miele bd (biodinamico), aggiungete a piacere una SCORZA di limone o arancio e 1 granello di sale grosso. Diluite con acqua fresca quanto basta e portate con voi questo tonico “very cheap” ma molto funzionale. Un’ultima cosa: scegliete qualità di tè nero (anche bianco o verde che hanno un effetto leggermente diverso) certificate BIOLOGICHE o DEMETER – non vi dico come vengono trattate in agricoltura le piante del tè, forse vi rovinerei l’effetto buon umore della vostra CUP OF TEA..
CON AFFETTO, e auguri di ottime giornate di giugno!
Come dentro così fuori – ALCHIMIA
Silversword del Haleakala
Erboristeria nel ritmo delle stagioni….
(Dedicata a Santa Giovanna d’Arco e alle forze micheliane che sono Uomo E Donna)
Vi racconto del mio incontro con SILVERSWORD, “spada d’argento” specie delle Asteraceae, che cresce solo sulle Isole Hawaii, in particolare sul vulcano Haleakala a 2000 metri di altitudine. Per gli insulani è sacra, impersona la luminosa forza vitale che permea l’essere umano, dalla nascita alla morte: il giovane cespo inzia ad espandersi a 3 anni, fiorisce a circa 33 anni e muore a 90. In contatto via web con ricercatori sul paesaggio americani, conobbi anche un’erborista che come me congiunge la passione per le erbe con quella del Paesaggio. Lei è americana e vive, raccoglie e insegna nelle Hawaii per diversi mesi all’anno. Ogni anno si reca a 2100 metri, dove cresce il “suo” Silversword, una pianta di circa 60 anni (come lei) e raccoglie un singolo capolino per preparare l’estratto floreale con il metodo del Sole. Insieme al National Park delle Hawai lotta perr la sopravvivenza di alcune piante molto vecchie e monumentali. Non vi dico… i turisti le sradicano come souvenir…. Visit Haleakala on the website below!
Buona ricorrenza di Santa Giovanna d’Arco, amiche ed amici, io vado a caccia di piante nel nostro Appennino!
Cardo mariano – Silybum marianum Gaertn. (L)
Botanisch gesehen gehört Silybum marianum zur Familie der Korbblütler, der Asteraceae, und zur Unterfamilie der Carduoideae. Eng verwandt ist sie auch mit der Artischocke, eine weitere mediterrane Leberpflanze der Korbblütlerfamilie. Früher nannte man die Familie der Korbblütler „Compositae“ aufgrund der zusammengesetzten Blütenköpfchen.
Die körbchenförmigen Blütenstände mit Zungen- und/oder Röhrenblüten, weisen eine große Fruchtdichte auf und locken in der Blütezeit viele Insekten an. Gerade bei Heilpflanzen aus der Korbblütlerfamilie ist es wichtig, bei der Ernte darauf zu achten, dass die Droge frei von Insekten ist: in den dichten Blütenkörbchen verstecken sich gerne Larven, z.B. bei der Kamille; wenn sie die Trocknung überleben und schlüpfen, muss man die ganze Ernte vernichten. Dasselbe betrifft auch die Mariendistel. Bei der Ernte empfiehlt es sich, die gesammelten Blüten mit einem Stück Stängel zu abzuschneiden, zu bündeln und einige Tage mit den Köpfchen nach unten an einen schattigen Ort zu hängen, damit ungebetene Gäste herausfallen. Danach kann man sie vom Stängel trennen, zum Trocknen auslegen und die Früchte herausnehmen. (Ars herbaria, Heilpflanzen im Jahreslauf / Karin Mecozzi / Verlag am Goetheanum, Basel CH 2014)
Dal vivo: fiori per il noto rimedio floreale “Star of Betlehem”
Guardate cosa ho trovato giusto sotto il Biancospino nell’Alpe della Luna?
Una pianticella di LATTE DI GALLINA, ed è ancora in piena fioritura, nonostante la stagione avanzata. Solitamente fiorisce da fine marzo a fine aprile, amante dei pascoli grassi e dei prati umidi ed anche delle vigne ben concimate. Appartiene al genere ORNITHOGALUM e alla famiglia delle Liliaceae ed è diffuso un po’ in tutta la penisola come anche in Europa.
Nel secolo scorso, lungo le sue ricerche ed escursioni botaniche, anche il medico Dott.Edward Bach fu colpito dai suoi fiori candidi, vitali e… ben presenti nel paesaggio. Decise di sviluppare un rimedio con l’apposito metodo (raccolta spontanea in tempo balsamico, esposizione al sole in un recipiente d’acqua). Lo “Star of Betlehem”, l’estratto di latte di gallina, è indicato negli eventi traumatici, dopo incidenti, brutte notizie ed anche in una malattia improvvisa o cronica e logorante. Bach afferma: “(…) Per coloro che per un certo periodo rifiutano di essere consolati, questo rimedio porterà conforto”.
Riflessioni sul Biancospino, raccolto oggi, Alpe della Luna (PU)
Summitates… raccolte oggi per l’essiccazione e la preparazione dell’infuso, ed anche per un’estrazione alcolica che aiuta a sostenere la circolazione del sangue, la normale funzionalità del cuore e del ritmo in generale. “Il sangue nutre il nervo”, ecco cosa dice Rudolf Steiner per quanto riguarda l’importanza di una buona circolazione e l’equilibrio del sistema nervoso. Il cuore non “pompa” il sangue ma è il sangue stesso a tenere in moto il cuore… bellissime le sue conferenze su questo tema così centrale, direi, SOLARE, dell’uomo.
Oggi si tende a sottovalutare o a negare nessi come questi, si vorrebbero “mettere a posto” le singole parti del corpo. Invece il Biancospino, l’antica pianta medicinale, ci insegna che NUTRIRE vuol dire dare forza, eneergia ed equilibrio a diversi ambiti dell’organismo, in questo caso, appunto, circolazione, sangue, cuore ma anche il ritmo di sonno e veglia, tono (ipotensione – ipertensione) e serenità interiore. “Mettere a posto” non vuol dire far funzionare meccanicamente, il nostro corpo non è macchina, è Vita.
Il Biancospino nel mito è Merlino, il sommo druido. Merlino fu talmente importante per gli uomini che gli Dei dissero: non puoi scomparire dalla vista degli umani!. In ricordo del suo dono (Merlino fu uno dei più grandi guaritori) decisero: segui ancora il Nascere e Morire ma questa volta non con gli esserei umani ma come sacra e medicinale pianta! Così oggi è visibile in molte parti del mondo, come albero o arbusto di Crataegus, ricoperto di fiori candidi, frutti rossi come il sangue e le foglie a forma di mano – la mano guaritrice di Merlino.
Merlino… combinava le piante, una ad una, e per ogni essere. Il biancospino si combina ottimamente con piante come Melissa officinalis o Tilia europea e Hypericum perforatum nella tensione nervosa, ansia, sbalzi di pressione, sindrome prestruale… oppure con la betulla quando reni e circolazione non “lavorano” più come una volta, nell’organismo dell’anziano. Il biancospino – un fiore profumato e bianco per mille tisane!
Laurus nobilis L. – eine Betrachtung am Standort (Auszug aus Artikel für Ernährungsrundbrief II/15))
Betrachtung am Standort
Kürzlich waren wir wieder bei einem verlassenen Gehöft in unserer Gegend (Marken, Italien). Auf einer kaum befahrenen Straße erreichten wir eine stattliche Höhe, fast 800 Meter über dem Meeresspiegel. Unser Blick streifte durch die Wiesen und Felder, vorbei an Hainbuchen, Eschen und Ahornbäumen. Bei den gerade verblühten Schlehdornhecken blieben wir stehen und fragten uns, ob der nächste Herbst auch wieder viele blaue Früchte bringen würde. Wir bewunderten winzige Gänseblümchen und wilden Thymian, und im Halbschatten entdeckten wir noch die letzten Veilchen und Primeln. Bald waren wir bei den verlassenen Steinhäusern angelangt – eigentlich ein richtiger Weiler, bis vor kurzem noch bewohnt. Die Hausbesitzer, ältere Landwirte in Rente und ihre tüchtigen Frauen, kommen oft herauf, um den Gemüsegarten, ein paar Weinreben und Obstbäume, Hühner und Kaninchen zu versorgen.
Hinter einem besonders großen Gebäude aus grauen Steinquadern, mit offenen Seitenwänden, trafen wir auf eines der größten Lorbeerexemplare, die wir je gesehen hatten. Nicht ein Baum, sondern gleich mehrere, und jeder Stamm war mindestens dreißig Zentimeter dick, so glatt und steingrau wie die Gebäude selbst. Lorbeerbäume (Laurus nobilis L.) werden seit Jahrhunderten zum Schutz vor bösen Geistern, zur Zierde und als Schattenspender gepflanzt. In den Mittelmeerländern hängen oft prächtige Lorbeerbüschel, frisch oder schon getrocknet, von den Dachbalken, mit ihrem harzig-warmen Duft.
Wir kommen jedes Jahr mehrere Male an diesen Ort, um Blätter und später auch Früchte zu sammeln, denn das Aroma dieser Sorte ist unvergleichlich. Durch Wasserdampfdestillation der Blätter werden wir das goldgelbe ätherische Öl und viel Hydrolat extrahieren, herrliche Zutaten für Lotionen und Salben, Badesalz und Seife.
(…)
Die Heilwirkungen des Lorbeers sind zahlreich, und wir geben einen Überblick über die wichtigsten. Am bekanntesten ist seine Wirkung auf den gesamten Verdauungstrakt, wie wir gerade in Bezug auf das Würzen gesehen haben. Lorbeer entspannt die glatte Muskulatur, löst Verkrampfungen in Bauch und Magen und enthält gleichzeitig blähungswidrige und entzündungshemmende Stoffe. Auch keimtötend sind Blätter und Früchte, und um eine Darmgrippe auszuheilen, verwendet man Lorbeertee aus den Blättern innerlich und äußerlich als Umschlag. Der Tee hilft bei Gastritis, nervösen Darmstörungen und Gallenerkrankungen. Lorbeer ist eine leberwirksame Pflanze und wird bei gestauter Leber und Fettleber erfolgreich eingesetzt.
Die lösende und wärmende Kraft des Lorbeers zeigt sich auch in seiner uralten Anwendung auf den gesamten Bewegungsapparat (bei müden Muskeln, leichten Zerrungen, Verrenkungen und Prellungen an Gelenken). Umschläge aus Lorbeerextrakt und Heilerde lindern Schmerzen bei Rheuma und Arthritis. Lorbeeröl und Salbe wirken tief bis in die tieferen Schichten von Muskeln, Bändern und Sehnen. In Italien gibt es etliche Rezepte für Haussalben gegen Arthrose, bei Gelenksschmerzen und auch Nervenentzündungen (im 2. Stadium). Auch in der Tierheilkunde gilt der Lorbeer als eine bewährte Heilpflanze, z.B. in der Schafzucht äußerlich gegen Milben und Hauterkrankungen.
(…)
Nördlich der Alpen findet man selten frischen Lorbeer, aber wer ihn zur Verfügung hat, kann sich ein wunderbares Mundwasser zubereiten, indem man Lorbeerblätter 3 Wochen lang in Alkohol und Wasser (1:1) auszieht (Lorbeertinktur). Es strafft das Zahnfleisch, beugt Entzündungen vor und schützt den Hals-und Rachenraum. Auch Lorbeerhydrolat eignet sich dafür.
Zum Schluss sei noch das pure ätherische Lorbeeröl erwähnt, das man in Fachgeschäften und Apotheken findet. Es hat einen warmen, aromatischen Duft, und man kann es sowohl für Massagen verwenden (mit einem Trägeröl) oder in der Duftlampe. Im Sommer hält es zusammen mit Basilikum- und Zitronenverbenenöl Mücken fern. Ein paar Tropfen in der Aftersun-Lotion pflegen die Haut und lindern Sonnenbrand. Lorbeer ist auch für Kinder geeignet.
Ein frohes Johannifest allen Lesern!