Categoria: HERBALISTS without borders

Italian Chapter of HWB Central Apennines
Sede Appennino Centrale
Contatti: karin.mecozzi@gmail.com
www.karinmecozzi.com

2021 IN A REVIEW: Herbalists without borders

HERBALISTS WITHOUT BORDERS – Recap and Program Review2021, please read the pdf report on https://www.hwbglobal.org/blog/2021-recap-and-year-in-review

I joined the association a few month before being envolved in the disasters of the earthquakes in Italy 2016/18. Living in the seismic crater I founded the first Chapter HWB Italy called “Central Apennines”.
Since then I organized many free courses, consultations and herbal shipments for #herbalistswithoutborders in our region, Marche, Italy.

Feel free to contact me for informations in Central Italy at karin.mecozzi@gmail.com


#herbalistswithoutborders #healthjustice #disasterrelief #erboristisenzafrontiere #erboristeriadicomunità

Down to the Ground – Green Medicine for the People!

Nell’articolo l’intervista a AGRICULTURAL AND RURAL CONVENTION “ARC 2020”, in cui parlo di Erboristeria senza frontiere, raccolta piante selvatiche, cultura erboristica, agricoltura biodinamica e paesaggio. Un movimento europeo per promuovere le pratiche sostenibili di agricoltura e salute, sono veramente grata di aver collaborato! Oltre il buio, luminose cose stanne nascendo, in Europa e nel mondo e come erborista ne faccio parte per tradizione.

La filosofia rispecchia la sua visione olistica del paesaggio in generale, che lei vede come più della somma delle sue parti: “Da un lato è importante considerare la conoscenza ecologica, scientifica, naturale – naturalmente, bisogna conoscere il terreno, la terra, le piante e così via. Ma dall’altro lato, è più olistico e creativo. Il paesaggio non è solo natura. Le persone lo cambiano senza pensare o guardare, anche solo raccogliendo una pianta. È importante che ognuno riconosca il proprio contributo personale al paesaggio”.

Karin è stata ispirata in giovane età da una nonna che camminava per la natura raccogliendo piante selvatiche e trasformandole in rimedi erboristici e infusi. A 16 anni ha visitato una fattoria biodinamica e si è innamorata sia della coltivazione che della filosofia: “Sapevo che l’agricoltura era meravigliosa, e ho trovato il metodo biodinamico molto affascinante – fare le preparazioni, camminare nei campi, guardare le stelle e la luna. Era così naturale per me”.

Seguì uno studio per tutta la vita della tradizione vegetale, compreso l’uso delle erbe.

Curare le persone risulta frustrante a causa delle leggi italiane contro l’erboristeria; Karin si concentra invece sull’educazione: scrive libri, organizza workshop e passeggiate locali di foraggiamento. Rimane ispirata da HWB e dal lavoro che fanno in tutto il mondo. “Mi piace il modo in cui gestiscono le situazioni estreme”, dice; “È davvero incredibile quello che fanno negli Stati Uniti, in Australia, in Africa – è così bello per un’erborista sapere che ovunque nel mondo ci sono persone che lavorano con le piante”.

Karin crede che tutti, agiati o meno, possano trarre beneficio da una migliore comprensione delle loro piante locali e del loro ambiente. È collegata con Petrarca, l’Accademia Europea per la Cultura del Paesaggio (www.petrarca.info), che lavora in modo olistico per migliorare le aziende agricole e l’uso del territorio in tutta Europa. Il processo implica considerare l’insieme – l'”organismo” dell’azienda agricola: i sistemi separati combinati che creano, ancora una volta, qualcosa di più grande della somma delle sue parti. I membri forniscono le loro prospettive uniche su un paesaggio: Karin considera la terra da un punto di vista erboristico, mentre altri potrebbero considerare la sua storia, l’ecologia, il patrimonio culturale o altri fattori.

Cerchiamo di scoprire qual è “l’insieme” di questo luogo”, spiega; “Ognuno lavora come individuo per fornire opinioni o impressioni. Dopo alcuni giorni ci riuniamo e molto lentamente cresce l’immaginazione della totalità che è la stessa per tutti, anche se le differenze rimangono”. Queste impressioni convergenti sono usate per formare piani per il futuro sano della terra. È un approccio di grande successo, dice.

Lavorare in diversi paesaggi e paesi soddisfa anche il desiderio di solidificare le connessioni paneuropee. “È importante che i paesi in Europa parlino insieme”, dice; “Non sappiamo cosa succede negli altri paesi. È anche psicologicamente importante, per la solidarietà”.

L’intervista è su: https://www.arc2020.eu/down-to-the-ground-green-medicine-for-the-people/?fbclid=IwAR2PDAfrLR8A47ogoBgNkbP8BgEP5amxz3yKAlLsOgWF25kZrC0HE5Rx1Lg

Für Karin Mecozzi, eine weitere Ausbilderin von Herbalists Without Borders/HWB (Kräuterfreunde ohne Grenzen), ist die Nahrungssuche ein wesentlicher Ansatz. Sie lebt in den ländlichen Regionen der Marken in Italien und schätzt den natürlichen Reichtum und die Kraft der einheimischen Wildpflanzen: “Sie sind sehr stark, weil sie sich in der wilden Landschaft befinden, die voller Kräfte ist – die Sonne, die Erde, alle Kräfte der Landschaft selbst wirken.”

Beim Anbau von Kräutern versucht Karin Mecozzi, die Bedingungen in der freien Natur so weit wie möglich nachzubilden, indem sie die Biodynamik praktiziert: “Mit dieser Methode kann man die Situation in der freien Natur nachahmen. Man kann der Pflanze das Beste geben – vom Boden, von der chemischen Seite, aber auch einen subtilen, sehr feinen Teil.”

Diese Philosophie spiegelt ihre ganzheitliche Sicht auf die Landschaft wider, die für sie mehr ist als die Summe ihrer Teile: “Einerseits ist es wichtig, das ökologische, wissenschaftliche, natürliche Wissen zu berücksichtigen – natürlich muss man den Boden, die Erde, die Pflanzen und so weiter kennen. Aber auf der anderen Seite ist es ganzheitlicher und kreativer. Landschaft ist nicht nur Natur. Der Mensch verändert sie, ohne nachzudenken oder hinzuschauen, selbst wenn er nur eine Pflanze in die Hand nimmt. Es ist wichtig, dass jeder seinen persönlichen Beitrag zur Landschaft erkennt”.

Karin wurde schon in jungen Jahren von ihrer Großmutter inspiriert, die in der Natur wilde Pflanzen pflückte und daraus Heilkräuter und Gebräu herstellte. Mit 16 Jahren besuchte sie einen biodynamischen Betrieb und verliebte sich sowohl in den Anbau als auch in die Philosophie: “Ich wusste, dass Landwirtschaft etwas Wunderbares ist, und ich fand die biodynamische Methode sehr faszinierend – die Vorbereitungen zu treffen, über die Felder zu gehen, die Sterne und den Mond zu beobachten. Es war so natürlich für mich.”

Es folgte ein lebenslanges Studium der Pflanzenkunde einschließlich der Verwendung von Kräutern.

Die Behandlung von Menschen ist aufgrund der italienischen Gesetze gegen die Kräutermedizin frustrierend schwierig; stattdessen konzentriert sie sich auf Aufklärung: Sie schreibt Bücher, veranstaltet Workshops und unternimmt Wanderungen zur Nahrungssuche in der Umgebung. Sie ist nach wie vor inspiriert von HWB und der Arbeit, die diese Organisation auf der ganzen Welt leistet. “Ich finde es toll, wie sie mit Extremsituationen umgehen”, sagt sie. “Es ist wirklich erstaunlich, was sie in den USA, Australien und Afrika tun – es ist so gut, als Kräuterkundige zu wissen, dass es überall auf der Welt Menschen gibt, die mit Pflanzen arbeiten.”

Karin ist der Meinung, dass jeder, egal ob er sich wohlfühlt oder nicht, von einem besseren Verständnis seiner lokalen Pflanzen und seiner Umwelt profitieren kann. Sie ist mit Petrarca, der Europäischen Akademie für Landschaftskultur, verbunden, die ganzheitlich an der Verbesserung der landwirtschaftlichen Betriebe und der Landnutzung in ganz Europa arbeitet. Dabei geht es um die Betrachtung des Ganzen – des “Organismus” des Bauernhofs: die einzelnen Systeme, die zusammen etwas schaffen, das größer ist als die Summe seiner Teile. Die Mitglieder bringen ihre einzigartigen Perspektiven auf eine Landschaft ein: Karin betrachtet das Land aus der Sicht eines Kräuterspezialisten, während andere die Geschichte, die Ökologie, das kulturelle Erbe oder andere Faktoren berücksichtigen.

“Wir versuchen herauszufinden, was das ‘Ganze’ dieses Ortes ist”, erklärt sie. “Jeder arbeitet als Einzelner und gibt seine Meinung oder seine Eindrücke ab. Nach ein paar Tagen kommen wir zusammen, und ganz langsam entsteht eine Vorstellung von der Ganzheit, die für alle gleich ist, auch wenn die Unterschiede bestehen bleiben.” Aus diesen übereinstimmenden Eindrücken werden Pläne für eine gesunde Zukunft des Landes entwickelt. Das ist ein sehr erfolgreicher Ansatz, sagt sie.

Die Arbeit in verschiedenen Landschaften und Ländern entspricht auch dem Wunsch, die gesamteuropäischen Verbindungen zu festigen. “Es ist wichtig, dass die Länder in Europa miteinander reden”, sagt sie, “wir wissen nicht, was in anderen Ländern passiert. Es ist auch psychologisch wichtig, für die Solidarität”.

Interview auf: https://www.arc2020.eu/down-to-the-ground-green-medicine-for-the-people/?fbclid=IwAR2PDAfrLR8A47ogoBgNkbP8BgEP5amxz3yKAlLsOgWF25kZrC0HE5Rx1Lg

Luminoso SALICE, albero medicinale dei paesaggi fluviali (Salix alba L.)

Poiché io farò scorrere acqua sulla steppa,

torrenti su un terreno arido.

Spanderò il mio spirito sulla tua discendenza,

la mia benedizione sui tuoi posteri,

cresceranno come erba in mezzo all’acqua,

come salici lungo acque correnti.

(Isaia 44,3-4)

Osservazione della pianta nel paesaggio

 Prima estate, le foreste, le siepi, i campi e i prati risplendono di verde. Nel fondovalle una lunga collana argentea accompagna il Potenza, fiume che nasce nell’Appennino umbro marchigiano. Laddove sorgevano grandi laghi, nel letto sassoso del fiume e lungo le sponde affondano le radici salici, pioppi e sambuchi. Tappeti di menta aquatica, salcerella, nasturzio e petasite formano foglie variopinte, aromatiche e fiori odorosi. Sul ciglio si innalzano candide angeliche selvatiche e fiori d’epilobio, dal bel rosa porpora.

Si muovono nel vento i rami del salice bianco (Salix alba L., famiglia delle Salicaceae), ben saldo nell’umida terra bruna. Porta acqua ricca di ossigeno verso l’alto, fino nei rami flessuosi dove incontra il sole primaverile e apre fiori profumati, offrendo polline e nettare come nutrimento prezioso al mondo degli insetti dopo un lungo inverno. Solo ora, a fiori aperti, nascono le foglie che ricordano piccole falci di luna argentate.

Salix alba L. in Appennino, ph. K. Mecozzi

In tutto il mondo il salice è consacrato a delle divinità, dal Sudamerica alla Scandinavia, dalla Grecia alla Mongolia. Nella mitologia classica troviamo il salice sacro a Demetra, madredea della terra feconda, e Persefone, triste regina dell’oltretomba. Madre e figlia, sono riunite nell’appassionante mito di Omero, in cui il respiro delle stagioni, l’avvicendarsi di luce e ombra è la cornice delle vicende degli dei dell’Antica Grecia.

Nei miti nordici, nei salici si venerano Birgitta, dea della luce, ma anche Morrigan, dea della morte. Con flauti di legno di salice i Celti davano voce agli spiriti dei defunti, e con le fronde legate a covoni, poi incendiati, allontanava l’oscurità dell’inverno e i suoi demoni.

Il salice segna dunque, nel paesaggio e nella sua simbologia, una soglia tra buio e luce, tra terra/acqua e luce/calore, tra fiumi e laghi e terra ferma. Ne parlano filastrocche e formule magiche invocate nei riti delle civiltà indoeuropee e precedenti[1]. Interessante è l’uso delle foglie e degli amenti per contenere la libido, troviamo ricette di decotti nei testi dei medici erboristi fino ad arrivare al nostro Mattioli. Salix diventa una pianta sacra alla Vergine Maria, e viene piantato nei giardini monastici.

L’albero in botanica

Salix alba, albero caducifoglio della famiglia delle Salicaceae, a crescita rapida, sovente pollonifero, raggiunge 25 m di altezza. La corteccia è grigia e liscia, poi reticolata, i rami flessuosi e le foglie alterne, lanceolate, seghettate, portano minuscole ghiandole nettarifere sui margini. La parte superiore della foglia è verdi lucida e glabra, l’inferiore bianca e tomentosa.

La pianta è dioica, forma fiori maschili, lunghi e profumati amenti gialli, e fiori femminili più esili e verdi. L’impollinazione avviene attraverso il vento e gli insetti bottinatori, tra cui l’ape selvatica, l’ape domestica e il bombo. Dai frutti maturano semi cotonosi, muniti di pappi.

Sponde, alvei fluviali, boschi umidi, aree lacustri sono gli habitat d’elezione delle diverse specie di salice (30 spontanee in Italia). Coltivati tradizionalmente per il legno e i rami con cui si legano le viti e si intrecciano cesti e staccionate – i Celti costruivano le pareti delle capanne con rami e fronde e terra e argilla – i salici si possono riprodurre facilmente piantando direttamente in terra dei giovani rami. Il legno è un buon combustibile, viene usato per la cellulosa e la fabbricazione di imballaggi e utensili. Dalla corteccia si ottiene una concia per le pelli e un colorante giallo per tingere tessuti.

Ambiente fluviale, alberi tra acqua e luce. Fiume Metauro (PU), ph. Karin Mecozzi

“ Ubi morbus ibi rimedium” – Salix alba nella cura dell’uomo

Il salice da l’immagine di una pianta “con i piedi perennemente in ammollo”, cresce rigoglioso, con i suoi rami flessibili e leggeri, le foglie argentate e i fiori bianchi e dorati. Il rapporto dell’albero con acqua, terra, aria e luce, ben noto alla medicina tradizionale, lo rende un rimedio che raffredda e lenisce, contiene e concentra, mette in moto i fluidi, sudore, urina, sangue. L’estratto di corteccia, dal decotto alla soluzione idroalcolica, è indicato innanzitutto come ottimo febbrifugo, antidolorifico e antireumatico. Trova impiego nell’influenza stagionale, nel raffreddore, nelle cefalee di vario genere, nei dolori muscolari e articolari, anche esternamente come frizioni e bagni nella fibromialgia.

La droga in erboristeria è costituita dalla corteccia dei giovani rami (Salici cortex), dagli amenti maschili, dalle foglie fresche ed essiccate, dalla linfa. Le principali sostanze contenute, prevalentemente nella corteccia, sono: glicoside salicilico (salicina), acido salicilico, acido caffeico, flavonoidi, tannini, gomme, cere, resine.

Per applicazioni esterne possiamo raccogliere foglie di salice da aprile a settembre, per tisane e decotti la corteccia in primavera. Il carbone del legno di salice è un ottimo disinfettante assorbente, usato tradizionalmente in veterinaria, nelle intossicazioni e nelle diarree.  Può essere aggiunto al dentifricio, non è abrasivo.

Nelle malattie invernali, il salice è di grande aiuto per le proprietà sudorifere, diuretiche, tonificanti e rilassanti. L’estratto viene inserito tradizionalmente nei composti per curare stati d’animo di tensione, ansia, angoscia, che caratterizzano anche i disturbi stagionali e riguardano la sfera del ritmo e neuro-sensoriale.

Può risultare irritante per le mucose dello stomaco, tuttavia, se assunto in grandi quantità. Ciò avviene in misura molto minore del prodotto di sintesi, l’acido acetilsalicilico, noto anche come aspirina.

Nel nostro organismo la salicina del salice si trasforma in saligenina e in acido salicilico e può causare reazioni allergiche a chi è predisposto. Particolare attenzione deve essere presa anche da chi soffre di ulcera gastrica e sindrome di Gilbert. In dosi contenute gli estratti di Salix alba sono generalmente ben tollerati. Interessante è che non fluidificano il sangue[2] come l’acido acetilsalicilico e possono essere usati anche dopo operazioni e in terapia anticoagulante (solo sotto stretto controllo medico!).

Il salice è una potente pianta medicinale e come rimedio va sempre preparato, dosato e consigliato da un esperto erborista, farmacista e medico esperto in fitoterapia. La corteccia sfusa, meglio intera piuttosto che in polvere, acquistata in commercio non deve superare due anni dal raccolto.

In “Piante medicinali” Wilhelm Pelikan[3] ci dona un’immagine meravigliosa dell’albero in eterna tensione tra morte e vita, tra l’oscurità della terra e l’umidità dell’acqua in cui ama vivere e il fuoco. Il calore, il fuoco si manifestano nella profumata e precoce fioritura dei salici in generale, nelle ghiandole nettarifere collocate sulle foglie (!) e nel rapporto con il mondo di api e insetti.

Nel rimedio “Digestodoron” la farmacopea antroposofica offre una soluzione benefica (anche in compresse) che sostiene i processi digestivi nel loro ritmo, tonificando stomaco e intestino. Può accompagnare la terapia nelle malattie croniche del sistema motorio, del fegato e del sangue.

Tisana di salice bianco:

Alcune indicazioni*: raffreddore e febbre, cefalea da cambio di stagione, nella sindrome premestruale, coadiuvante nel trattamento delle malattie esantematiche dei bimbi, dei disturbi della pelle, esternamente per lavaggi e spugnature per curare ferite, cicatrici, foruncoli, micosi.

Alla sera metti a bagno 5 g di corteccia di salice bianco ben contusa in 300 ml di acqua fredda. Alla mattina porta ad ebollizione, lascia sobbollire lentamente per 5 minuti e filtra dopo un’ulteriore infusione di 10 minuti. Bevi a tazzine lontana dai pasti, anche fredda.

Se risultasse irritante per lo stomaco usa un “macerato freddo”, porta il tempo di infusione fredda ad almeno 12 ore, poi riscalda (non oltre 45°C) e filtra.

*le indicazioni sono generiche, per curarti con estratti di piante medicinali, sia in acuto, sia nei disturbi cronici, consulta un professionista.

Autrice: Karin Mecozzi, erborista diplomata all’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, formazione in, osservazione goetheanistica della natura, agricoltura biodinamica, naturopatia antroposofica. Raccoglitrice e coltivatrice, insegna erboristeria in corsi e seminari. Pubblica articoli in italiano, tedesco e inglese. Autrice di “Ars herbaria, piante medicinali nel respiro dell’anno” e “Verde resilienza, erboristeria pratica nel cambiamento” (Natura e Cultura Editrice), “Ars herbaria, Heilpflanzen im Jahreslauf” (Verlag am Goetheanum). Per contatti: karin.mecozzi@gmail.com – www.karinmecozzi.com


[1] Pflanzen der Kelten, W.D. Storl, AT Verlag, 2015

[2] Praxis Heilpflanzenkunde, Bühring Ursel et al., 2016, Thieme Verlag

[3] Piante medicinali, Volume II, Wilhelm Pelikan,, Editrice Natura e Cultura, Savona.

Herbal Spring Tonic for Simplicity and Light


Recipe: Herbal Spring Elixir

By HWB Member Karin Mecozzi
(Friday feature on HWB’s blog)

Taken from my book “Verde resilienza, erboristeria pratica nel cambiamento”, Natura e Cultura Editrice, 2020.
Please read the whole text with the recipe of an energising spring tonic on:
https://www.hwbglobal.org/blog

Many thanks to Petra Socov from Herbalists without borders, for the interview, editing & graphics!

Corso “Piante sacre in erboristeria e nel paesaggio. Alberi a Fonte Avellana”

Monastero di Fonte Avellana -Serra Sant’Abbondio (PU)

22/23 maggio 2021

“Piante sacre in erboristeria e nel paesaggio. Alberi a Fonte Avellana”

Corso teorico pratico con Karin Mecozzi e Giorgio Bortolussi

Tema del corso: L’albero come archetipo e fonte di salute e forza: Fonte Avellana racchiude nelle sue foreste innumerevoli alberi, alcuni maestosi e secolari, delle vere piante sacre. Le incontriamo nel loro paesaggio, parti di un grande organismo vivente, conoscendo qualità botaniche ed erboristiche. Osserviamo le connessioni con elementi e pianeti onorando anche gli abitanti invisibili di boschi, ruscelli e praterie. Connettendoci con la stagione, vediamo come catturare le virtù delle piante sacre per il nostro benessere.

Relatori: Karin Mecozzi, erborista, autrice in diverse lingue. Membro attivo “HERBALISTS WITHOUT BORDERS”, PETRARCA Accademia Europea per la cultura del paesaggio, Internationale Fachgruppe Kräuter und Heilpflanzen am Goetheanum, CH. Giorgio Bortolussi, agricoltore ed esperto in agricoltura biodinamica, docente, segretario Sezione Marche Associazione Agricoltura Biodinamica.

Orari del corso: Sabato ore 10 – 12.30 15.00 – 18.30 Domenica ore 9 – 12.30 14.00 – 17.00 Le lezioni si svolgono all’aperto e in aula nel rispetto delle regole vigenti. Si prega di portare indumenti adatti e la disponibilità a lavorare in condivisione e in silenzio.

Iscrizioni corso: tutti i dettagli sul volantino. Nota bene: la quota del soggiorno viene saldata in sede. Per informazioni sulle camere: Foresteria di Fonte Avellana (0721 730261)

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Depurazione erboristica – le 7 chiavi in primavera

Un metodo antico dell’erboristeria tradizionale per alleggerirsi e ritrovare il contatto le forze di salute è la pratica della depurazione. Depurare significa infatti alleggerire l’organismo da sostanze superflue, drenare gli organi emuntori fegato, reni, intestino, pelle, tessuto connettivo ed espellere ciò che impedisce il fluire dei processi nel nostro corpo e nel nostro sentire.

  • Il percorso di depurazione passa per erbe e rimedi specifici, pratiche erboristiche igieniche, la cura dell’alimentazione.
  • L’obiettivo è uno stato generale di benessere stimolando i processi metabolici. Si possono perdere dei chili di troppo.
  • E’ indicata per sostenere dopo o durante una cura con farmaci invasivi come i chemioterapici o gli antibiotici.
  • Un periodo di depurazione, soprattutto in primavera, è consigliato a tutte le età.

La depurazione erboristica non è una detossificazione:

La depurazione è un percorso per ripulire e alleggerire l’organismo, neutralizzare acidi nell’organismo, combattere radicali liberi (un tempo definiti “tossine”), preparare e sostenere nella ripresa

La detossificazione è una cura per eliminare sostanze tossiche (amalgame vecchie, metalli pesanti, candidosi, radioattività), valutando il consiglio del medico

Quando hai bisogno di un periodo di depurazione?

Quando è in sovraccarico, il nostro organismo dà dei “campanelli di allarme”:

  • stanchezza, mancanza di concentrazione e costanza
  • svogliatezza, cattivo umore, irritabilità e nervosismo
  • pelle del volto spenta, occhi stanchi, occhiaie, bruciore agli occhi
  • pelle molto secca o grassa
  • rughe precoci e accentuate
  • eccessiva perdita di capelli
  • cellulite
  • muscoli doloranti
  • sudore maleodorante, coaguli nel mestruo, molto muco
  • urina acida (misurare il PH per diverse mattine)
  • sfoghi, foruncoli, eczemi
  • improvvise risposte allergiche ad alimenti, polveri o pollini

La pratica della depurazione aiuta sempre a migliorare la situazione, tuttavia non sostituisce l’accertamento di eventuali malattie.

 Se i sintomi elencati sono connessi a dolori o disfunzioni persistenti rivolgiti immediatamente al tuo medico. Alla prima esperienza, non praticare la depurazione da solo, non seguire facili ricette online. Rivolgiti all’erborista, ascolta il tuo corpo nel ritmo delle stagioni, usa cibi, piante medicinali, rimedi, oli essenziali, estratti di qualità.

Le 7 chiavi della depurazione primaverile

N. 1 Le tisane depurative

Bevi tre grandi tazze di tisana depurativa ogni giorno, da adesso fino a Pasqua, scegli tra le miscele descritte oppure chiedi consiglio al tuo erborista di fiducia. Acquista sempre droghe[1] di prima qualità, conserva le miscele in recipienti di vetro al riparo dalla luce e dall’umidità. Puoi usare anche più droghe fresche, hanno un gusto meno aromatico ma altrettanto piacevole e sono ricche di vitamine, minerali e mucillagini.

Impara a raccogliere, essicca e conserva le tue preferite!

La quantità di 750 ml è sufficiente per l’intera giornata.

Tisane ad effetto depurativo[2]  

  1. Con droghe essiccate: Taraxacum officinale, tarassaco (radice), Urtica dioica, ortica (foglie), Galium aparine, caglio attaccaveste (foglie e giovani fusti), Melissa officinalis, melissa (foglie), Salvia rosmarinus, rosmarino (foglie).

Prepara così: iIn 750 ml di acqua poco calcarea fai bollire per 5 minuti 1 cucchiaio di radice di tarassaco, spegni e aggiungi una piccola presa (di ciascuna droga, precedentemente pestate nel mortaio) di ortica, caglio attaccaveste, melissa, rosmarino. Filtra dopo 10 minuti. Conserva la tisana in un thermos, bevila a tazzine entro le 17.

2. Con l’aggiunta di droghe amaro-aromatiche e mucillaginose: Centaurium erythrea, centaurea maggiore (sommità fiorite), Malva sylvestris, malva (foglie e fiori), Glechoma hederacea, edera terrestre (foglie), Melissa officinalis, melissa (foglie), Lippia citriodora, erba cedrina (foglie).

Prepara così: metti a macerare mezzo cucchiaino di centaurea maggiore e un cucchiaio di malva in 750 ml di acqua fredda per almeno 4 ore, porta ad ebollizione, spegni e aggiungi le altre droghe precedentemente pestate nel mortaio. Filtra dopo 10 minuti e bevi durante la giornata, lontano dai pasti, senza dolcificare.

3. Con erbe primaverili appena raccolte: Sambucus nigra, sambuco (fiori), Fragaria vesca, fragola (foglie), Mentha longifolia, menta selvatica  (foglie), Verbena officinalis, verbena (foglie e fiori).

Prepara così: Mescola 2 infiorescenze fresche di sambuco con una presa foglie di fragola, menta selvatica e verbena. Versa 750 ml di acqua bollente sulla miscela di droghe, ben spezzettate e lascia in infusione per 15 minuti. Filtra e conserva in un thermos per non più di 8 ore, bevi a tazzine durante la giornata.  

illustrazione Maria Elena D’Andrassi

[1] Come “droga” si intende la parte attiva della pianta medicinale, allo stato fresco o essiccato.

[2] In caso di patologie renali, calcolosi biliare o assunzione di farmaci anticoagulanti, prima di assumere le miscele descritte chiedi consiglio al tuo erborista o medico fitoterapeuta.


Parti di testo da“Verde resilienza, Erboristeria pratica nel cambiamento” Natura e Cultura Editrice 2020 – Immagine del mortaio e dei disegni nel libro di Maria Elena D’Andrassi

Sheltering the warmth for more resilience

In the soul and spirit, warmth manifests itself as inflammation, passion, enthusiasm, in intuition and genius. In human development, it is identification with the self, maturation, adulthood.

The warmth of the heart is sharing cordiality, empathy, which leads us to perceive communion with others in relationships. In fact, in language we say that he, she “is a warm person” or “she welcomed me coldly”, “she has a warm voice”, “she warmed my heart”, “she froze me with her eyes” .

Warmth, as well as heat, means also power, and in myths it was personified by gods like Jupiter / Zeus who rules lightning. In a destructive sense heat leads to catharsis, purification, transformation, it is therefore also destruction. One of its symbols is the dragon, linked to fire, fear and the wild.

According to traditional Chinese medicine, warmth is nourished by the element of wood, flows into the earth, governs metal and is controlled by water. It is the basis of all metabolic processes, it warms up the pelvic organs. In excess it manifests itself as inflammation and fever. Warmth governs the blood and the heart, the small intestine, the muscles.

Following herbal recipe supports our innate warmth potential and envelope and promotes our resilience during the winter period:

Herbal hand bath

3 tablespoons of hawthorn flowers and leaves

1 tablespoon of lavender flowers

1 tablespoon of lemon balm leaves

Crataegus monogyna L. fresh from the fields in April

Practice the hand bath twice a week, all year round, it supports the heart and nerves, prevents joint pain and helps in the neck. Preparation: in the mortar, grind the mixture of herbs, prepare an infusion with the mixture and two liters of boiling water. Leave to infuse for 15 minutes, filter and pour into a bowl. Add warm water, the temperature should not exceed 39 degrees. Sit comfortably in the chair, place your hands, wrists and arms up to the elbows in the medicated water, shoulders, neck and face remain relaxed if possible. Feel the action of the hot infusion, inspire the scent of herbs, if you want, close your eyes and rest for 5 to 10 minutes, then carefully dry your hands and arms and massage with a herbal lotion or oil.

Melissa officinalis L.

*This article is for the next issue of the NEWSLETTER of “HERBALISTS WITHOUT BORDERS”, the text was taken from my latest book “Verde resilienza, erboristeria pratica nel cambiamento” written during the first lockdown in Italy in spring 2020, published by Natura e Cultura Editrice.

Corsi “Le piante sacre in erboristeria e nel paesaggio”

Monastero di Fonte Avellana – corsi di erboristeria e osservazione del paesaggio

Secondo corso sul tema delle piante sacre e del Sacro nelle piante e nel paesaggio: 19-20 settembre 2020

“La piante sacre in erboristeria e nel paesaggio”

a cura di Karin Mecozzi e Giorgio Bortolussi

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Herbalists without borders

Dopo il terremoto (Sisma 2016/17 Centro Italia) ho fondato la prima sede italiana di “HERBALISTS WITHOUT BORDERS”***, organizzazione non profit interazionale con sede negli Stati Uniti. Come erborista, il mio obiettivo è contribuire con consulenze gratuite, corsi e pubblicazioni alla diffusione dell’erboristeria tradizionale e moderna. Nel Cratere sisimico vorrei aiutare persone in difficoltà, dove èpossibile e in sinergia con enti e persone.

Sulla pagina www.hwbglobal.org trovi notizie e informazioni sulle sedi in tutto il mondo, credo siano giunte a 88 chapters! Partecipa anche tu, per eventi e manifestazioni, scrivi a karin.mecozzi@aruba.it

****Un grande THANKS HWB a Denise Cusack, coordinatrice internazionale e instancabile erborista, organizzatrice e grafico – we do appreciate you, HERBALISTS WITOUT BORDERS worldwide!

2 x “Erbe per draghi: rimedi tradizionali con erbe appenniniche” incontri di erboristeria pratica e famigliare

Sabato 19 ottobre  – Sabato 09 novembre Ore 14.30 – 17.30 CENTRO DI AGGREGAZIONE SOCIALE P.zza Garibaldi 16 PIORACO (MC)

con Erborista Karin Mecozzi

Vuoi vedere dove crescono le “erbe per draghi”? Ami le tisane? Ti piacerebbe prepararle, estrarre un elisir tonificante, miscelare un unguento per il freddo in arrivo? Nelle lezioni teoriche pratiche conoscerai le piante medicinali, aromatiche e cosmetiche e le materie prime adatte, con cui creerai delle preparazioni da portare a casa, tutte con erbe da raccolta spontanea o coltivazione biodinamica. (Ogni incontro può essere frequentato singolarmente)

Contributo € 20 materiali incusi, ragazzi 8-14 € 8, studenti € 10. ISCRIZIONE OBBLIGATORIA PER MAIL a karin.mecozzi@aruba.it entro venerdì ore 12

INFORMAZIONI: Karin Mecozzi, t. 349 8383231 (whatsapp), L’angolo di GEA e Ufficio Turistico Pioraco, su fb: Pioraco il paese dell’acqua e della carta

Con il sostegno di “HERBALISTS WITHOUT BORDERS Central Apennines”

Karin Mecozzi, erborista, autrice, docente. Studio di consulenze in naturopatia, fitoterapia e salutogenesi a San Severino Marche, Via Roma 8: “L’Angolo di GEA”