“ Tieni in ordine il tuo tempio, abbi cura di esso, affinché Viriditas, la Forza Verde, nella quale tu abbracci Dio con amore, non venga attaccata, perché Dio vuole molto bene alla tua anima.”
Hildegard von Bingen, Santa, Dottore della chiesa, 17 settembre
1098 Nasce come decima figlia di Hildebert e Mechthild von Bermersheim, in una famiglia nobile della Franconia, nei pressi di Alzey, non lontano dal fiume Reno. All’età di 6 anni inizia la sua formazione religiosa con la maestra Jutta von Sponheim che la guiderà nei suoi primi anni anche come suora.
1108 a 10 anni, iniziano i lavori del monastero benedettino a Disibodenberg, sulle rovine di un antico monastero. Diventa la casa di monaci e monache (una parte è adibita alla clausura), lavori finanziati dalle famiglie Bermersheim e Sponheim. Nel 1112 Hildegard vi si reca in clausura e poco tempo dopo diventa suora.
A quell’epoca, nei monasteri si praticava un’ascesi durissima. La sua stessa maestra, Jutta, si flagellava, digiunava e si privava della luce del giorno per lunghi periodi. Hildegard lotta fin dall’inizio contro queste pratiche e entra in conflitto con le sue superiori.
1136 a 38 anni, diventa badessa della congregazione, dopo Jutta von Sponheim.
1140 a 42 anni, nelle sue visioni Hildegard riceve l’incarico da Dio di scrivere tutte quello che riceve nelle sue visioni. L’operato, la vita di Hildegard si basa sulla regola di San Benedetto e sulle Sacre Scritture, e nelle sue visioni dice di non aggiungere nulla di personale. Dirà per tutta la vita di essere semplicemente una tramite della voce di Dio, e non sfrutterà questo dono per creare proseliti intorno a sé.
Non conosce il latino, e dirà sempre di se stessa di essere “ignorante”. In realtà si riferisce le manca l’istruzione latina, che non riuscirà mai a recuperare.
Apprende invece nozioni e conoscenze “moderne” da paesi lontani, forse perché riceve visite da medici e scienziati del periodo, che passano per la Renania, dall’Arabia, Persia, paesi mediterranei, Scandinavia, Spagna ecc. Nonostante questa sua difficoltà con la lingua latina Hildegard diventa una “erudita universale”. Si occupa di spiritualità, etica, medicina, farmacia, musica, poesia
La sua prima opera scritta è “Scivias”, nella quale il monaco Volkmar la sostiene come segretario e scrivano. 8 libri, 35 miniature colorate, artistiche, che illustrano e completano il testo. Anche la consorella Richardis la affiancherà per molti anni nel lavoro culturale e spirituale.
Und ich sprach und schrieb diese Dinge nicht aus Erfindung meines Herzens oder irgend einer anderen Person, sondern durch die geheimen Mysterien Gottes, wie ich sie vernahm und empfing von den himmlischen Orten. Und wieder vernahm ich eine Stimme vom Himmel, und sie sprach zu mir: Erhebe deine Stimme und schreibe also!“ (Esprimo queste cose, a voce e per iscritto, non perché il mio cuore le avesse inventate o perché mi siano giunte da un’altra persona, ma perché le ricevetti dai misteri segreti di Dio, così come le udii e le accolsi dai mondi celesti. E ancora, udii una voce dal cielo, ed essa mi disse: innalza la tua voce, dunque, e scrivi!)
Alfabeto: Inventa un -> alfabeto con migliaia di vocaboli e lettere del tutto nuove, compone versi e canzoni, cantate ancora oggi in tutto il mondo. Famose sono anche le immagini che le giungono nelle visioni, che raffigurano sempre la relazione tra uomo-natura-Cosmo/Dio.
Oggi le opere originali sono quasi tutte scomparse, alcune purtroppo durante la seconda guerra mondiale. Esistono però copie in tutta Europa, tra cui alcune autenticate, e nel mondo.
1147 a 49 anni, si rivolge a Bernhard di Clairvaux, chiedendo il suo sostegno nelle sue visioni, ma riceve una risposta diplomatica ma deludente. Ha bisogno di aiuto, si ammala spesso, e si sente in dovere di farsi accompagnare da qualcuno. Papa Eugenio III riconosce il suo dono profetico. D’altro canto diventa lei stessa consulente per persone influenti, politici e medici, anche dell’imperatore Federico Barbarossa, al quale si rivolge in diverse lettere esortandolo a compiere il suo impegno di re ed imperatore, verso il suo popolo, in senso cristiano.
1148 a 50 anni, Hildegard dà il via alla costruzione del monastero sul Rupertsberg, solo per monache, ma contro la volontà del priore di Disibodenberg. Il nuovo monastero si trova di fronte alla città di Bingen. Negli anni a seguire cercherà con forza di separarsi da Disibodenberg, ma lo otterrà solo nel 1158. Hildegard incontra Federico I, detto Barbarossa, incoronato imperatore a Roma.
1158-1159-1160-1163 a 60 anni, I celebri viaggi per predicare pubblicamente in varie località della Germania e dell’attuale Francia (Alsazia). Contro le eresie e i malcostumi nelle abbazie e nei monasteri, contro i catari. Scrive il Liber vitae meritorum che contiene le 35 virtù e i 35 vizi come cause di malattie dell’anima e del corpo.
Hildegard dà una impronta sociale al suo lavoro, si sente in dovere di lottare per una morale più pulita e per più giustizia e rettitudine. Si appellerà sempre alla “religio”, all’intimo connessione con il Divino, attraverso fede e preghiera. Le consorelle sono esortate a servire il Signore vestendosi di bianco, di ornarsi per le preghiere. Hildegard compone danze e musiche per i momenti liturgici e viene duramente attaccata per questo.
1163 Federico Barbarossa invia una pergamena in cui dichiara che il monastero del Rupertsberg è sotto la sua protezione ed è esente da tasse.
1165 a 67 anni Hildegard acquista il monastero in rovina di Eibingen e lo fa ricostruire. Qui possono vivere anche monache non abbienti. Il monastero esiste tutt’oggi (www.abtei-st.hildegard.de) ed è funzionante.
1171 a 73 anni, quarto viaggio di predicazioni a Maulbronn, a cavallo, Ildegard ha ben 73 anni!
1171 Accade un evento che caratterizza gli ultimi anni di vita della Santa. Il monastero sul Rupertsberg viene interdetto, perché vi viene sepolto un giovane nobile, scomunicato, pentito prima di morire (senza essere però riabilitato ufficialmente). Hildegard lotta perché la salma non sia trasferita, è l’ennesima volta in cui si ribella al volere del vescovo e arcivescovo.
1179 83 anni, finalmente l’interdizione viene sospesa. Hildegard muore il 17 settembre nel suo monastero.
I monasteri di Rupertsberg e Disibodenberg non esistono più (rovine), mentre il monastero Eibingen viene inglobato dalla città (fa parte degli edifici parrocchiali). Il nuovo monastero di Eibingen è sempre un monastero delle monache benedittine, e porta il nome della Santa.
– Curare secondo Hildegard von Bingen –
A quel tempo non esistevano le facoltà di medicina o farmacia sul territorio tedesco. Erano i secoli bui della medicina soprattutto in Europa, mentre in paesi come in Arabia e in Cina si praticavano metodi tradizionali e si continuava a ricercare. I medici provenivano dai conventi, così anche i farmacisti, donne e uomini che guarivano, esperti di erbe, minerali e metalli, soprattutto curavano le levatrici. Il monastero di Rupertsberg era “all’avanguardia”: esisteva una farmacia, una sala per la degenza e la cura dei malati, un laboratorio per la trasformazione delle piante medicinali e la produzione dei rimedi, un ospedale per i viandanti e pellegrini (secondo la regola benedettina), uno spazio per il salasso, una biblioteca con numerosi libri sulla cura.
Hildegard riuscì allora ad unire la conoscenza delle malattie e delle piante secondo la tradizione greco-latina, con la medicina tradizionale tedesca. Sviluppava tuttavia delle convinzioni proprio sull’origine dei disturbi e classificava i rimedi secondo la teoria degli umori (in modo “personalizzato” e difficile da comprendere, oggi). Si presume che fosse a contatto con medici arabi, italiani e spagnoli, perchè introdusse metodi di cura non conosciuti allora in Germania. Usava per esempio, le pietre semipreziose e i metalli e diede molti consigli di alimentazione.
La base è il pensiero del’unità e dell’insieme: la salute dell’uomo, per Hildegard, dipende da come si rivolge allo spirito, dalla sua fede e spiritualità, dalle sue “buone opere” e da una conduzione di vita sobria. Il principio è che ogni cosa che accade nel mondo delle creature, accade anche nell’uomo.
Hildegard annotò soprattuttto negli anni 1150 le sue visioni*, sia del mondo della natura, piante, animali, pietre, acqua, alimenti ecc., sia dell’uomo, i suoi stati d’animo, le sue preoccupazioni, le malattie, i vizi e le relative virtù. Comprende l’uomo come immerso nella creazione, come microcosmo nel macrocosmo. E’ precursora della cosiddetta visione dello “Homo signorum”, un’immagine raffigurante (“uomo dei segni zodiacali”) in cui le zone del corpo corrispondono ai segni astrologici, e serve al salasso che perdura fino all’ottocento. Questa visione veniva duramente attaccata dalla chiesa cattolica, eppure, soprattutto dopo la traduzione di opere di Tolomeo, l’influsso dell’astrologia sul corpo umano fu studiata sempre più, portando anche all’alchimia dopo il 400 e 500.
* La cosiddetta “Medicina di Ildegarda” è invece una sistema terapeutico costituito nell’età moderna, basata sul sistema di cure ideato da Gottfried Hertzka, medico tedeco, a partire dal 1970. Ha un grande seguito in tutto il mondo, fa parte delle cosiddette “medicina tradizionale europea”.
Dall’elaborazione di D. Manfredi Poillucci: “Oggi, 17 settembre, si festeggia Santa Ildegarda di Bingen. Già negli anni in cui era magistra del monastero di san Disibodo, Ildegarda aveva iniziato a dettare le visioni mistiche, il suo prestigio spirituale crebbe sempre di più, tanto che i contemporanei le attribuirono il titolo di “profetessa teutonica”. Ildegarda si occupò di medicina e di scienze naturali, come pure di musica, essendo dotata di talento artistico. Compose inni, antifone e canti, raccolti sotto il titolo Sinfonia dell’armonia delle rivelazioni celesti, che venivano gioiosamente eseguiti nei suoi monasteri, diffondendo un’atmosfera di serenità, e che sono giunti anche a noi.
Ildegarda è pervasa dall’amore per la natura, che rappresenta il riflesso del suo amore per Dio; osserva le piante, gli alberi da frutto, le erbe, che comincia a ordinare e classificare in base alle caratteristiche, al pari dei migliori ricercatori. Il suo studio e l’attenta osservazione la portano alla creazione di un trattato di botanica, che costituisce una documentazione ancora preziosissima sulle cognizioni e sulle tecniche della medicina popolare del tempo.”
Karin Mecozzi, relazione per docenza su Hildegard von Bingen, Formazione in Botanica e Ecologia del paesaggio ad indirizzo goetheanistico, 2014.
Nota sulle immagini: le due immagini dipinte su indicazione di Ildegarda da Bingen tratte dal sito della Biblioteca statale di Lucca: “Il Codice, proveniente dal Convento dei Chierici regolari della Madre di Dio di Lucca, contiene il Liber Divinorum Operum di Hildegard von Bingen”