Quest’anno inizia con diverse interviste e presentazioni, qui siamo su Marche Today, online magazine, che mi dedica un articolo tra arte erboristica, paesaggio, vita e esperienze.
Sono sempre felice di contribuire a far conoscere i nostri luoghi, le nostre regioni a lettori – e viaggiatori – interessati e attenti.
Grazie infinite a Daniel Salcedo, Federica Marini di Marche Today!
Jeder Schritt ins Neue führt immer nach vorn, mit der Kraft der grünen Kräuterresilienz!
In der Knospe liegt die Zukunft der Pflanze: eingebettet in die lebensspendende Kraft der Natur, zeigt uns die Pflanzenknospe, wie sie sich sammelt und schützt, um bei Kälte und Stillstand gut über den Winter zu kommen. Ausgerichtet auf Wachstum, durch resiliente Strategien, gelingt es ihr, sich zu öffnen, zu blühen und zu gedeihen.
Anhand des Bildes einer Pappelknospe wird die Kraft der „grünen Kräuterresilienz“ mit Wildkräutern und Heilpflanzen vorgestellt: eine starke Wärmehülle aufbauen, die Kräuter-Reinigungskur, vitale Kost, Bewegung und Meditation bringen mehr Widerstandskraft in unser Leben.
Die Kunst der Kräuterteezubereitung, Rezepte für Extrakte und äußerliche Anwendungen helfen uns in der Praxis, schwierige Zeiten zu meistern. Durch einen achtsamen Umgang mit uns selbst und die tägliche Verwendung von Kräutern und Heilpflanzen öffnen wir uns für Gesundungskräfte, für das Leben selbst.
Der Ellert & Richter Verlag ist ein etablierten Hamburger Buchverlag mit den Schwerpunkten Reise, Ratgeber, Regionalia, Geschichte und Belletristik/Krimi
Depurazione erboristica I Workshop erboristico esperienziale
THERAPEIA Pesaro
Le erbe e le piante medicinali sono le alleate ideali per ritrovare tono e leggerezza dopo l’inverno. Per ritrovare il contatto con le forze di salute, un metodo tradizionale dell’erboristeria è la pratica della depurazione. Apprendi nel corso le basi della DEPURAZIONE PRIMAVERILE da applicare a casa, assaggia tisane e rimedi a base di piante sinergiche, conosci i principi stagionali dell’erboristeria.
Il workshop è teorico pratico, aperto a tutti gli interessati. Porta un piccolo recipiente di vetro con tappo a vite e il quaderno per annotarti le ricette.
Conduce il corso: Karin Mecozzi, Erborista Dipl., consulente in naturopatia tradizionale europea e antroposofica, coltivatrice e raccoglitrice di piante aromatiche e medicinali, autrice, formatrice.
Prologo di “Ars herbaria, piante medicinali nel respiro dell’anno”
Negli antichi lucernari restaurati di recente della Basilica della Sacra Croce di Fonte avellana appaiono delle figure stilizzate che evocano in me l’immagine di un angelo sospeso, della Croce, simbolo universale, e… della Pianta. La vedo appena abbozzata – composta da due linee nere che si incontrano e si stagliano su uno sfondo bianco, formando una corolla lievemente illuminata dall’oro dell’artista. La pianta che osservo in questo disegno riconsegna me a me stessa, come immagine archetipica di tutte le piante della mia vita: alberi, arbusti, erbe alimentari, piante aromatiche e medicinali. Nell’incontro con la pianta nel ritmo delle stagioni ritrovo la via verso il mio sentire, percepire e pensare, e verso un senso innato di gratitudine e devozione per la Vita sulla terra.
Ieri ho tenuto la seconda presentazione dei miei libri in questo nuovo anno 2024. Invitata da Diletta Romei e Riccardo Urbani della Comunità Aqua Viva, Maiolati Spontini, sono stata accolta in una bella sala calda, piena di persone interessate. Anche qui, come a febbraio a San Severino (nella bella biblioteca Antolisei a San Valentino), gli impulsi della “intervistatrice” hanno portato a conversare in modo leggero e stimolante di diversi argomenti legati all’erboristeria e ai miei libri “Ars herbaria, piante medicinali nel respiro dell’anno” e “Verde resilienza, erboristeria pratica nel cambiamento” (NATURA E CULTURA Editrice).
Il ruolo dell’erborista oggi, l’erboristeria tradizionale e moderna, l’antroposofia, la botanica goethiana e l’agricoltura biodinamica e, infine, il concetto di cura e autoguarigione come responsabilità personale e applicazione pratica dell’erboristeria, la conoscenza del paesaggio e il Genius loci, tutti temi che mi stanno a cuore e Diletta ha saputo propormi per uno scambio interessante e vivace.
Dal pubblico giungevano domande e riflessioni, sui luoghi di raccolta e l’aspetto soprasensibile nella natura, sulle estrazioni e le particolarità nella medicina antroposofica, a partire dalla visione dell’organismo terrestre e della pianta “tripartita”. Si è creato davvero un bel clima e sono grata dell’accoglienza.
E mentre torno a dedicarmi al mio prossimo libro (in opera, con grande entusiasmo), avverto ancora l’eco di ieri sera alla Poderosa e penso: solo quando si sfogliano le pagine del proprio libro interiore, anche le parole rilegate ricevono un senso!
Se vuoi organizzare un incontro culturale con i miei libri e l’erboristeria, oppure un’esperienza pratica nella tua zona e comunità, contattami per mail: karin.mecozzi@gmail.com
Casa dell’Elce (C.E.A. “Valle dei Grilli e Valle dell’Elce”) GAGLIOLE (MC)
Sabato, 09.03.24 14.30 – 18.30
AFRODITE Corso di erboristeria Rimedi per l’amore Bagno sonoro
con Karin Mecozzi e Francesca Conti
In vista della primavera, dolce stagione del rifiorire, AFRODITE è colei che ispira alla bellezza e alla vita rigogliosa che rinasce. Ci invita a risplendere ed espandere la nostra coscienza a Madre Natura. Incontriamo AFRODITE come archetipo e ispirazione nelle pratiche di erboristeria, le tisane per l’amore e i rimedi per la primavera per riconnetterci alla bellezza interiore. Nella seconda parte, in questo viaggio, i suoni ancestrali ci accompagneranno dolcemente dal riposo invernale al risveglio dell’energia solare e della natura.
Conducono l’esperienza: Karin Mecozzi, erborista, autrice, raccoglitrice e fitopreparatrice Francesca Conti, insegnante di yoga, operatrice ayurvedica e creativa Sede del corso Casa dell’Elce (CEA “Valle dei Grilli e Valle dell’Elce”) Via Casetre 19, Gagliole (MC)
Iscrizione: Costo del corso € 40,00
Iscrizione entro mercoledì 06.03.24 per mail a karin.mecozzi@gmail.com con nome partecipante e copia versamento dell’acconto di 20,00 su IBAN IT 46R3608105138289637889645. L’acconto non viene rimborsato in caso di disdetta entro 24 ore dal corso.
Informazioni: karin.mecozzi@gmail.com – 349 8383231 (solo whatsapp) Aggiornamenti su www.karinmecozzi.com
In collaborazione con Associazione culturale THALEIA e Fondazione OPPELIDE Con il patrocinio del Comune di Gagliole
Contribuisco con vera gioia a un’iniziativa intelligente e stimolante (nonché graficamente invitante), al nuovo sito dedicato agli oli essenziali, la fitoterapia, la medicina cinese, l’agopuntura e i massaggi tuinà, a cura del Dott. Leonardo Paoluzzi e collaboratori. Nel blog leggete ora un mio articolo sull’elicriso.
A cavallo degli anni una forte forma influenzale colpisce la penisola, tutti a letto, dai piccolini ai più anziani. Febbre alta, mal di testa e vertigini, spossatezza, dolori muscolari, inappetenza e nausea ma soprattutto un forte mal di gola che si trasforma rapidamente in una tosse persistente. La cura migliore è il riposo, un’alimentazione leggera e rimedi dolci a base di estratti di piante medicinali e aromatiche. Se sei abituata a curarti con metodi naturali non ti spaventerai per qualche linea di temperatura. La febbre è una vera e propria medicina che serve a spronare (enhancing) il sistema immunitario nell’organismo e a combattere efficacemente l’attacco microbico. No ai farmaci antipiretici nell’immediato, dunque. Importante: se la febbre sale oltre i 39 gradi e con malattie preesistenti chiedi consiglio al tuo medico curante.
SI ai rimedi che alleviano i sintomi dell’influenza, rafforzano l’intero organismo e sostengono il sistema linfatico, il sistema respiratorio e il sistema circolatorio. Oggi ti presento una applicazione esterna tradizionale che si avvale di un ortaggio noto e salutare come il cavolo. Per il mio impacco sto usando il cavolo verza fresco dell’orto.
Le foglie di cavolo verza sono ricche di sostanze naturalmente antimicrobiche, revulsive e rubefacenti tra cui i cosiddetti glucosinolati. Conferiscono il tipico aroma pungente agli ortaggi della famiglia del cavolo, le Brassicaceae e agiscono anche per via esterna. Applicando le foglie di cavolo sulle zone dolenti aumenti la risposta immunitaria localizzata, interviene contro spasmi e dolori e ….. diminuisci la quantità di rimedi da assumere per bocca. La digestione, nell’influenza, è già severamente compromessa.
Alcune indicazioni generiche dell’impacco con le foglie di cavolo:
dolori articolari cronici o acuti, infiammazioni articolari e tendinee acute e croniche
contusioni, traumi da cadute
affezioni della pelle come grossi foruncoli
tosse grassa e secca
affezioni laringo-tracheo-bronchiali
sensazioni di costringimento al petto per tosse persistente
Preparazione:
Lava 4 foglie di cavolo bianco o cavolo verza, asciuga bene e stendili sulla tavola. Con una bottiglia di vetro o un mattarello rulla energicamente le foglie finché noti che fuoriesce del succo.
Riponi velocemente le foglie tra due panni di cotone o due grandi tovaglioli di carta. Applicale sul petto, copri con uno strato impermeabile, un asciugamano e uno strato grosso di lana. L’impacco deve essere a stretto contatto con la pelle senza scivolare per almeno un’ora.
Può rimanere sul petto anche per tutta la notte. Togli l’impacco, lava la parte con una spugna e applica un balsamo aromatico a base di ottimi oleoliti, cera d’api e oli essenziali e uno strato di lana sottile.
L’impacco di cavolo sul petto è ben tollerato, non ha controindicazioni. L’arrossamento locale dell’epidermide è un effetto desiderato, scompare naturalmente dopo aver tolto l’impacco.
Puoi ampliare l’effetto benefico dell’impacco di cavolo con massaggi al petto con oleoliti da piante medicinali, suffumigi con tisane, idrolati e oli essenziali e aerosol con idrolati.
–>Rivolgiti all’erborista per estratti di qualità, possibilmente da piante locali da coltivazioni bio
Monastero della Santa Croce di Fonte Avellana, Pesaro e Urbino
Auguro a chi mi legge serene Festività di Natale, nel cuore un caldo ringraziamento per la fedeltà e l’interesse e con l’augurio di un nuovo anno verdissimo, ricco di fiori, parole e caldi pensieri, di passi per prati e sentieri non troppo impervi.
Appunti di studio sul Corso dell’anno e l’animo umano
“Non dobbiamo sottovalutare l’importanza per l’umanità di ciò che rappresenta dedicare interamente l’attenzione a un periodo festivo dell’anno. Anche se nel nostro tempo la celebrazione delle feste religiose è più che altro abituale, non è sempre stato così, e ci sono stati tempi in cui le persone collegavano la loro coscienza con il corso dell’intero anno, nel senso che all’inizio dell’anno sentivano di trovarsi nel corso del tempo in modo tale da dirsi: c’è un certo grado di freddo o di caldo, ci sono certe condizioni del clima in generale, ci sono certe condizioni nella crescita o nella non crescita di piante o animali. – E le persone assistevano quindi a come la natura subisse gradualmente le sue trasformazioni, le sue metamorfosi. Ma vivevano in modo tale che la loro coscienza fosse connessa con i fenomeni naturali, che orientassero questa coscienza, per così dire, verso una certa stagione festiva, diciamo: all’inizio dell’anno attraverso le varie sensazioni connesse con il passaggio dell’inverno verso il periodo pasquale, o in autunno con il decadere della vitalità verso il periodo natalizio. Poi l’anima si colmava di quei sentimenti che si esprimevano nel modo particolare in cui ci si rapportava a ciò che le feste erano per noi.Così si viveva il corso dell’anno, e questo sperimentare del corso dell’anno era fondamentalmente una spiritualizzazione di ciò che non solo si vedeva e si sentiva intorno a sé, ma anche si sperimentava con tutto il proprio essere”[1].
Nella mia formazione in agricoltura biodinamica, si è fatto ripetutamente riferimento alle feste annuali, alla respirazione dell’organismo terra e al lavoro delle forze soprasensibili eteriche nel corso dell’anno. I ritmi cosmici e terrestri nel corso dell’anno hanno un ruolo importante nell’osservazione della natura e del paesaggio, come viene praticata anche nell’Accademia Europea PETRARCA per la cultura del paesaggio.
Soprattutto nella ricerca, nella raccolta e nella lavorazione delle piante medicinali, il lavoro è in gran parte caratterizzato dai ritmi cosmici e terrestri. Fin dagli iniziai della mia attività come erborista mi sono chiesta come questi ritmi si relazionassero con le persone e il paesaggio. Da un lato, in antroposofia conosciamo le ricerche del filosofo e naturalista Rudolf Steiner come anche quelle moderne, ad esempio del Dr. Hartmut Spieß. Dall’altro lato, possiamo osservare noi stessi i ritmi e le periodicità, ad esempio nel clima, nella crescita delle piante e nell’atmosfera. Dal prof. Jochen Bockemühl ricevetti il saggio consiglio di annotare anno per anno come si sviluppano le stagioni in relazione alle piante, ai luoghi, ai paesaggi – e naturalmente a noi stessi nel nostro agire, sentire e pensare. Iniziai allora con i miei appunti e piccoli schizzi e con le raccolte delle specie di piante medicinali in tempi e climi diversi, e molto altro.
Dal 2011 al 2015, insieme a un piccolo gruppo di colleghi e amici, fondammo un gruppo di lavoro sul tema del corso dell’anno. Sotto la guida del dottor Stefano Pederiva, farmacista e antroposofo, ci incontravamo una volta per stagione dell’anno a Bologna e nelle Marche. Scegliemmo il ciclo di conferenze di Rudolf Steiner “Il corso dell’anno come respiro della Terra e le quattro grandi festività. L’antroposofia e il sentire dell’anima umana[2]” come base per il nostro lavoro e lo studio. Provenivamo da diverse regioni d’Italia (Friuli, Lombardia, Marche, Toscana), ma anche da diversi ambiti professionali, dall’erboristeria all’agricoltura biodinamica e la cura dei giardini, dall’arteterapia al lavoro biografico e alla farmacia. I risultati del nostro lavoro insieme furono sorprendenti e arricchenti per tutti. Mentre scrivo, sto ancora sfogliando gli appunti ricchi di ispirazione. Attraverso le nostre esperienze pratiche che portavamo, e lo studio durante le diverse stagioni dell’anno, il contenuto delle conferenze di Steiner prese vita: potemmo così interiorizzarlo fino a svilupparlo ulteriormente, ognuno per sé nel proprio ambito.
Lo studio del corso dell’anno continua ad accompagnarmi intensamente fin da allora; ho potuto elaborare interessanti connessioni con elementi e temperamenti. Soprattutto però ho saputo disciplinare ed affinare la mia capacità di entrare in empatia con il corso dell’anno sviluppando degli “organi” per il processo di divenire che avviene nella natura, nell’organismo Terra e in noi stessi. Si formano forze nella nostra interiorità, ad esempio, che si oppongono alla morte in autunno e sono in grado di percepire la trasformazione tra forma interiore ed esteriore.
Queste capacità sono di natura animico-spirituale e non possono essere acquisite attraverso il puro intelletto. L’uomo sviluppa un istinto per il modo in cui la terra si relaziona con il cosmo nel corso dell’anno, acquisisce un senso di come la vita sulla terra “scorre” durante le stagioni e infine matura la consapevolezza come collocarsi nel corso della natura con le sue feste e il loro significato sociale, proprio come le forze della natura collocano l’uomo nei ritmi della sua respirazione e della circolazione del sangue. Ciò che è fondamentale, quindi, è l’animo umano, ed è a questo che Rudolf Steiner dedica le tre conferenze tenute a Vienna nell’autunno del 1923.
“La testa fa dell’uomo un eremita sulla terra” (Rudolf Steiner)
L’organo attraverso il quale l’uomo percepisce il mondo sentendosi collegato ad esso non è l’intelletto. Nell’intelletto, l’uomo si isola dal mondo. “La testa fa dell’uomo un eremita sulla terra”. Gradualmente, l’uomo è diventato “non vedente” nella sua disposizione d’animo, mentre la testa è diventata vedente e si è affinata l’intellettualità. Nel suo animo questo non può avvenire. Perché l’animo non è connesso alla testa, ma all’organismo ritmico, mediano. In passato, l’uomo non percepiva con l’animo i pensieri astratti “proiettandoli verso il cosmo”, ma sperimentava delle immagini, immagini grandiose dentro di sé, come quella della battaglia di Michele contro il drago. E mentre questa battaglia si spostava dall’esteriorità all’interiorità dell’essere umano, Michele veniva percepito come se si ergesse cosmicamente (etericamente) dietro l’essere umano.
Dall’ultimo terzo del XIX secolo, questa immagine di Michele è diventata così forte nelle persone che oggi possono percepire nel loro animo il potere del drago che le trascina verso il basso. Allo stesso tempo, guardano l’angelo splendente che riscalda l’anima. Grazie al libero arbitrio, l’uomo è così in grado di sconfiggere il potere del drago.
“La vita riacquisterà contenuto animico solo quando riusciremo a sviluppare nel nostro animo impulsi provenienti dal cosmo”
Come “cittadino del cosmo”, l’uomo si collega oggi alle feste dell’anno non più attraverso la comprensione dei tempi passati ma in piena coscienza e attraverso una visione vivente, sullo sfondo dell’anima umana e come impulso sociale del presente. Imparerà a collocarsi nell’intero cosmo animato, imparerà a distinguere tra la coscienza naturale come sorge in primavera e in estate, quando l’uomo abbandona sempre più la propria consapevolezza, e la coscienza del sé che “si sente a suo agio durante le stagioni autunnali e invernali”.
“L’uomo è in realtà così intimamente connesso con il mondo che non può camminare nella natura senza che le relazioni intime in cui si trova con il mondo acquistino un significato intenso per lui. Quando il giglio nel campo cresce dal seme e fiorisce, dobbiamo immaginare molto intensamente – senza personificazione – che questo giglio stia aspettando qualcosa. Dice a se stesso: “La gente mi passerà accanto, la gente mi guarderà, e quando un numero sufficiente di occhi umani avranno posato il loro sguardo su di me, allora – così dice l’essenza del giglio – sarò liberato dall’incanto e potrò iniziare il mio viaggio nei mondi spirituali”. – Certo, direte voi: ci sono molti gigli che crescono senza essere mai guardati da occhi umani. – Per loro è diverso. I gigli che non sono guardati da occhi umani trovano il loro disincanto in modo diverso. Perché l’occhio umano che guarda per primo un giglio evoca la determinazione che questo giglio sarà disincantato dagli occhi umani. È una relazione che il giglio instaura con l’uomo nel momento in cui egli getta per primo il suo sguardo sul giglio. Questi spiriti elementari sono ovunque nel nostro ambiente e ci chiamano: non guardate i fiori in modo così astratto e non fatene solo delle immagini astratte, ma abbiate un cuore, una disposizione d’animo verso ciò che abita spiritualmente e animicamente nei fiori. Questo vuole essere liberato dal suo incanto per mezzo di voi. – E l’esistenza umana dovrebbe essere in realtà una continua redenzione degli spiriti elementari incantati nei minerali, nelle piante e negli animali”.
Affreschi romanici, Cripta della Abbazia Benedettina di Monte Maria, Burgusio, Val Venosta BZ
Nello spirito di queste parole, rivolte alle anime dell’umanità cento anni fa come appello alla loro responsabilità verso la natura esteriore, ma anche verso la cura della propria anima, vorrei augurare un buon Natale dall’Appennino invernale a tutti voi.
Karin Mecozzi
Dicembre 2023, San Severino Marche
[1] “Il corso dell’anno come respiro della Terra e le quattro grandi festività. L’antroposofia e il sentire dell’anima umana”. Rudolf Steiner, O.O. 223. Editrice Antroposofica Milano
[2] Traduco la parola “Gemüt“ con “animo” e “disposizione d’animo”. Cfr. https://www.treccani.it/vocabolario/animo/
Helichrysum italicum subsp. italicum (Roth) G. Don
La sfera e la stella sono le forme che caratterizzano l’elicriso: il piccolo arbusto conquista lo spazio sviluppando una tipica conformazione globosa sostenuta da fusti legnosi, angolosi. Le foglie strette e lineari, a volte sessili, e dal margine piegato verso il basso, sono alterne e danno l’impressione di sottili stelle. L’elicriso è una pianta xerofila ovvero vive in habitat siccitosi. Si ricopre di sottilissimi peli che la aiutano a trattenere l’acqua proteggendo la pianta dal caldo e dall’irraggiamento solare. I piccoli arbusti hanno la base ben salda per la lignificazione dei rami principali, ma la parte aerea rimane leggera: l’aria e la luce filtrano facilmente attraverso le foglie, e i giovani rametti sono flessibili e delicati. Le infiorescenze, corimbi composti da 20-35 minuscoli capolini (il numero varia secondo la specie), hanno involucri tubulari ricoperti di brattee argentee. Compaiono a fine maggio, inizio giugno e si dischiudono lentamente, in attesa del giusto calore e della luce delle vere giornate estive. L’elicriso fa parte delle specie tipiche del periodo di San Giovanni, quando le giornate sono più lunghe, le notti più brevi e la vita delle piante è al culmine.
Il fitocomplesso L’elicriso contiene flavonoidi come l’isosalipurposide che colora di giallo i fiori, luteolina, elicrisina (un composto costituito da diversi flavonoidi), rutina, quercetina, apigenina, inoltre fitosteroli (beta-sitosterolo), olio essenziale, cumarine, carotenoidi, sostanze tanniche, resine, minerali, tra cui calcio, magnesio, potassio e silicio. La composizione dell’olio essenziale di elicriso cambia secondo le subspecie di Helichrysum italicum e dipende fortemente dall’ambiente in cui crescono. L’elicriso, infatti, si adatta molto paesaggio formando un insieme di composti chemiotipici; la composizione si tramanda alle prossime generazioni di piante. Nel suo olio essenziale, Helichrysum italicum subsp. italicum contiene monoterpeni come linalolo, cineolo, limonene e pinene, un sesquiterpene azulogeno, eugenolo, nerolo, italidione, un interessante dichetone con proprietà antinfiammatorie. Nell’Helichrysum italicum subsp. microphyllum troviamo nerolo, linalolo, curcumene, pinene, acetato di nerile, inoltre arzanolo, un fluoroglucinolo eterodimero prenilato.
Olio essenziale e idrolato Nella distillazione in corrente di vapore si ottiene l’olio essenziale di elicriso, di cui l’intera pianta è permeata in differenti quantità. La maggiore concentrazione si trova nelle infiorescenze; per estrarre l’olio essenziale si raccolgono le sommità fiorite da fine giugno a metà luglio, solitamente dopo il solstizio estivo, valutando attentamente il tempo balsamico. Riuscire a individuare il momento giusto per la distillazione (tempo balsamico) richiede esperienza e l’osservazione quotidiana delle piante da distillare. Si valutano gli influssi legati all’esposizione dell’elicriso prescelto, l’apertura dei corimbi, il clima del periodo (anche eventuali siccità o piovosità precedenti), il calendario lunare biodinamico per il giorno della distillazione. Qualità e quantità dell’olio essenziale dipendono dalla specie ed anche dalla subspecie, mostrando una spiccata variabilità, come abbiamo visto parlando del fitocomplesso. Da popolazioni che crescono ad esempio a pochi chilometri di distanza si possono ottenere composti odorosi e rese in olio essenziale diverse. L’olio essenziale di elicriso viene utlizzato puro e diluito per trattare ematomi, traumi e ferite, nelle flebiti, nella protezione da radiazioni (radioterapia). Viene aggiunto a preparazioni esterne per curare l’artrite, poliartrite, dermopatie. E’ ottimo nelle inalazioni per lenire tosse e pertosse, la rinite, anche allergica. E’ ritenuto un olio sicuro privo di effetti tossici e irritanti, indicato come anticoagulante, drenante del sistema linfatico, epatoprotetettivo, coleretico e colagogo, mucolitico, espettorante, antinfiammatorio, epitelizzante, antibatterico. L’idrolato di elicriso, l’acqua aromatica rimanente dalla distillazione in corrente di vapore, contiene dell’olio essenziali in sospensione e composti idrosolubili della pianta. Ha un profumo delicato e si stende sulla pelle come doposole, su piccoli ematomi e punture d’insetto. Diffuso come spray rende luminosi i capelli, lenisce e disinfetta il cuoio capelluto, soprattutto con capelli grassi e forfora ma anche deboli e sfibrati. Ha proprietà coadiuvanti nelle allergie da pollini: tienilo in borsetta, in una bottiglietta spray, per inalazioni frequenti nel periodo delle fioriture. Per sostenerti, assumi un cucchiaino di idrolato al mattino mescolato a 10 gocce di tintura madre di elicriso. L’effetto “cortisonlike” dell’elicriso è dimostrato scientificamente, se però soffri di allergie gravi, chiedi sempre un parere medico per la giusta terapia.
E’ disponbile il nostro idrolato di elicriso 2023 (flaconi da 200 ml), da distillazione in corrente di vapore di piante spontanee in Appennino centrale. Info e ordini: karin.mecozzi@gmail.com
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