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Finocchietto selvatico mon amour

Il finocchio selvatico (Foeniculum vulgare) cresce nei prati soleggiati dell’Italia centrale e meridionale formando fusti alti fino a due metri e fiori gialli ad ombrella. L’intera pianta emana un odore forte, simile al finocchio dolce dell’orto ma più concentrato, secco. Il finocchio selvatic, della famiglia delle Apiaceae, è una pianta aromatica antica, e nell’area del Mediterraneo si usano fusti, foglie, fiori e semi, a scopo culinario e officinale:

  • Con i fusti essiccati si condiscono le olive, sottaceti, verdure stufate, pesce e carne arrosto e ricette vegetariane
  • le giovani foglie e le infiorescenze conferiscono un aroma speciale alle insalate estive, alla ricotta alle erbe,
  • e i semi servono per preparare il pane dolce e salato, i taralli, gli infusi e gli impacchi medicati.

Per coltivare il finocchio è sufficiente raccogliere i semi in autunno e seminarli in un vaso in primavera, diradando le piantine. Non si deve annaffiare troppo ed è meglio tenerlo in un angolo assolato del terrazzo.

Con il finocchio essiccato si prepara un’ottima tisana contro i meteorismi, le infiammazioni oculari e per aumentare la lattazione.

Fusti e fiori secchi legati a mazzetti tengono lontane le farfalline dagli armadi di cucina.

 

 

Montagna

Pianta i piedi nell’anima della Terra
Volgi le spalle al tramonto e guarda l’alba negli occhi
Suoi tuoi crinali, faggi
Lungo le forre, le tue vene, acqua sorgiva sempre
Un’aquila ti fa da guardiana
e il cielo azzurro ti fa da manto.
Monte Catria, montagna-soglia verso l’Appennino centrale. Immagina di essere una grande Montagna…nello Yoga fare la posizione della montagna aiuta a sviluppare e mantenere saldezza. In euritmia la lettera A è quella del Cuore e dell’apertura verso l’alto e gli altri, sempre saldi con le gambe per terra.

Connubio mediterraneo tra terra e sole: il FICO

In tutto il mondo si conoscono oltre 1000 varietà di fico. In oriente è famoso il Ficus religiosa, l’albero sotto cui trovò l’illuminazione il Buddha.

Nel mediterraneo è coltivato Ficus carica, pianta sacra a Venere, dai dolcissimi frutti color porpora e blu scuro. L’albero di fico è un connubio tra terra e acqua, ombra e calore. L’ampia chioma offre rifugio ad insetti e uccelli. Tutte le specie di fico sono fecondate da piccole vespe. Esse nidificano nei falsi frutti e producono miele e cera.

Raccogliendo i fichi si può irritare la pelle, perché il latice delle foglie contiene sostanze urticanti.

I frutti sono ricchi di zuccheri, proteine, vitamine, minerali, mucillagini, gomme. Forniscono all’organismo un’ottima riserva di energia.

Oltre ad essere ricostituenti, i fichi contengono particolari enzimi digestivi. Per avvalerci delle proprietà nutritive e curative, si mangiano freschi con o senza buccia, masticando bene la polpa.

Il macerato glicerico delle gemme di Ficus è un rimedio erboristico impiegato nell’irritazione della mucosa gastrica, in generale come coadiuvante nei disturbi digestivi e negli stati d’ansia.

I fichi secchi sono emollienti e leggermente lassativi ed aiutano contro la tosse secca e stizzosa. Si prepara un infuso pettorale che piace molto ai bambini con fichi secchi e foglie e fiori di malva.

BIODIVERSITA’ Le erbe dei semplici nei borghi

Dal sito di Dryades, Flora urbana della città di Trieste

Pur sapendo che nell’area del Sisma 2016 i nostri borghi ora hanno problemi più importanti, eppure…. anche le specie spontanee che ne fanno parte, costituiscono un patrimonio importante per i nostri paesaggi italiani.

Il cappero, Capparis spinosa L., antica pianta officinale e alimentare per le sue gemme aromatiche, tonico-digestive e afrodisiache, viene studiato in Italia e all’estero, ad esempio da colleghi botanici per la facoltà della radice a chelare minerali.

E’ una specie della famiglia della Capparidaceae, e nelle Marche, Capparis spinosa è specie considerata rara o in via d’estinzione secondo una legge regionale pubblicata su un testo scientifico.

Osserviamo quali specie crescono nei nostri borghi, officinali, medicinali, alimentari, tintoree. Scopriremo un universo di enorme RESILIENZA VERDE.

E qui ho svelato in parte il titolo del mio prossimo libro….

Herbalist without frontiers, a new Chapter in the Apennines

Come coordinatrice, sono felice di annunciarvi la fondazione della Sezione Appennino Centrale di HERBALISTS WITHOUT BORDERS – Erboristi senza Frontiere. La sede è San Severino Marche (MC) e vi aggiornerò su contentuti, attività e incontri.

As coordinator, I am happy and grateful to announce a new Chapter of Herbalists without borders: in the Italian Apennines, Erboristi Senza Frontiere, Sezione Appennino Centrale. Headquarter in San Severino Marche (MC), informations, activities and events are following!

Karin Mecozzi, erborista dipl.

 

Many thanks go to President Gigi Stafne and the whole HWB-team!

 

Corso TERRA MADRE

Associazione culturale THALEIA / Accademia Europea per la cultura del paesaggio PETRARCA / Progetto PAESAGGIOLAB

15 – 17 settembre 2017

“TERRA MADRE – Corso di Erboristeria e Osservazione del paesaggio”

Monastero di Fonte Avellana, Serra Sant’Abbondio (PU) con Karin Mecozzi, Giorgio Bortolussi, Vasco Feligini, Jacopo Angelini

Nelle “quinte stagioni”, tra una e l’altra stagione, avvertiamo il cordone ombelicale che ci unisce a lei, la Madre Terra, un legame ancestrale e vitale dentro di noi che si esprime nel nostro rapporto con il paesaggio. Come possiamo rafforzarlo? Custodire il paesaggio, i ritmi di Terra Madre, può essere terapeutico, come quando ci curiamo di una pianta. Il corso mostra possibili percorsi, dall’erboristeria pratica al cammino tra abbazie, dall’osservazione attiva all’agricoltura biodinamica e alla cultura dell’Appennino come paesaggio storico e naturale. Le lezioni saranno adattate al clima delle giornate. A settembre sarà disponibile online il programma dettagliato. Per informazioni sul programma, i relatori, le modalità di iscrizione, contattami per mail: corsoterramadre@gmail.com – karin.mecozzi@aruba.it

Natürliche Pflege im Sommer, Rezepte zum Selbermachen

Sanfte Gesichtsreinigung: Mandelpaste mit Rosenöl und Blütenhonig

Herstellung und Anwendung: 100 g geschälte Mandeln fein mahlen, mit 1 Tl Honig und 1 Tr. Rosenöl zu einer kleinen Kugel formen. Hält 1 Monat im Kühlschrank. 2-3 x die Woche 1Tl Mandelpaste mit Wasser zu einer Lotion verdünnen und damit Gesicht, Hals und Dekolleté reinigen.

 Gesichtsdampfbad mit Mohnblüten und Malve

1 x wöchentlich Gesichtsdampfbad, 10 Minuten lang Gesicht und Hals über einen milden Infus aus Mohnblüten und Malvenblättern halten.

Gesichtspackungen:

Maske/Packung mit frischer Honigmelone, Topfen oder Apfelcreme, Honig, hochwertigen Ölauszügen und ätherischen Ölen. Frische Zutaten mixen, 1 Tl davon mit 1 Tl Honig und 1 Tl Ölauszug gut vermischen. Ätherische Öle: 1 Tropfen Lavendel, Karotte, Orange, je nach Hauttyp. Abschließend mit einer Gesichtslotion aus Heilerdewasser und Ringelblumenextrakt abtupfen.

 

 

 

Ciò che anima

Parlando per immagini, la Terra, di noi tutti Madre, offre a noi i suoi preziosi 4 elementi: terra, acqua, luce, fuoco e chiede a noi uomini di prendercene cura. Il quinto elemento e l’etere o quintessenza, anche anima mundi. Era per gli antichi il soffio vitale che muove ogni cosa, minerali, animali, uomini e piante e mette in relazione gli elementi tra loro. In una lettura moderna, è anche la forza che porta a conoscere, scoprire e dialogare con gli altri esseri.
L’anima mundi, nel senso di “anemòs”, soffio. Mundi come “universo”. Un tempo, il “mondo” era tutt’uno, materia e spirito, Deità e umani, insieme sulla Terra e legati da una parte invisibile. Resistente e robusta ma non visibile ai sensi fisici. E’ la quintessenza, l’anima mundi, è quel cuore che pulsa in un’altipiano fiorito, in una pioggia tanto aspettata, nell’arcobaleno che si forma quando due e più persone scoprono di stare bene insieme.

TERRA MADRE Corso di Erboristeria e Cultura del Paesaggio

15 – 17 settembre 2017

Monastero di Sacro Cuore e S. Andrea di Fonte Avellana

Corso teorico pratico di erboristeria stagionale e cultura del paesaggio, dedicato alla nostra terra come organismo ed essere vivente.
Lezioni di erboristeria e fitoterapia con laboratori di preparazione, erborizzazione e osservazione di piante e paesaggio tra estate e autunno
Introduzione all’agricoltura biodinamica
Escursione nel meraviglioso paesaggio di Fonte Avellana (su prenotazione, facoltativa, come da programma).

Tengono il corso:
Karin Mecozzi, erborista, autrice di Ars herbaria, Piante medicinali nel respiro dell’anno, Ed. Natura e Cultura e Natura Verlag/Verlag am Goetheanum
Giorgio Bortolussi, tecnico agricolo
Vasco Feligini, guida escursionistica AIGAE

Informazioni: Karin Mecozzi, t. 349 8383231 www.karinmecozzi.com
Prenotazione soggiorno: 0721 730261 mail: foresteria@fonteavellana.it

Monastero della Santa Croce di Fonte Avellana
Marche, Italy

Sulle tracce di San Romualdo

Eremi, monasteri e abbazie, presidi di civiltà e sapienza*

Eremi, monasteri e abbazie, presidi di civiltà e sapienza che punteggiano luoghi sperduti e lontani dal mondo dove eremiti e monaci coltivano spiritualità e preghiera attraverso il lavoro e l’accoglienza di pellegrini e viandanti… Sembra la descrizione tratta dalla cronaca di un manoscritto medievale, invece è una realtà che possiamo ripercorrere e rivivere ancora oggi nelle pieghe dell’Appennino tra Marche e Umbria sulle orme di san Romualdo e san Pier Damiani nel solco della Regola di san Benedetto padre del monachesimo. A cavallo del Mille grande fu l’influenza di Romualdo di Ravenna tra il Catria e Valdicastro dove lascerà questa vita terrena per quella eterna del cielo il 19 giugno 1027.

I monaci romualdini erano eremiti ma anche cenobiti perché questo aveva voluto il loro padre fondatore costruendo eremi ma affiancando ad essi anche monasteri. Il più famoso di questi complessi fu quello di Camaldoli in Toscana da cui deriva il nome della congregazione detta dei monaci camaldolesi.

Edificati in luoghi sperduti ma sempre in prossimità di sorgenti d’acqua o limpidi torrenti, eremi e monasteri erano immersi in una natura rigogliosa di boschi e pascoli ma erano anche sentinelle di gole e valli montane dove diventavano riferimento per pellegrini e viandanti che così tracciavano vie dove di tanto in tanto trovavano monaci che li accoglievano mettendo in pratica la regola benedettina… tutti gli ospiti che giungono in monastero siano ricevuti come Cristo, poiché un giorno egli dirà: “Sono stato ospite e mi avete accolto” e a tutti si renda il debito onore, ma in modo particolare ai nostri confratelli e ai pellegrini.

I monaci con il loro sapere producevano, seguendo antiche ricette, medicine e unguenti ma anche bevande liquorose e pozioni naturali che ristoravano ed erano di sollievo per l’anima e il corpo, per lo spirito e la mente. La loro erudizione si traduceva anche nell’arte della copiatura e della miniatura dei manoscritti come avveniva nell’eremo di Fonte Avellana, nel suo millenario scriptorium.

San Pier Damiani era la fervida mente che sapeva anche di matematica e scienza conoscendo la Sezione Aurea, l’Analemma di Vitruvio e tante regole ancora di araba, greca e romana memoria. Ripercorriamo come pellegrini del passato quelle strade di antica memoria che uniscono tra romanico e gotico Santa Croce di Fonte Avellana, Santa Maria di Sitria, Sant’Emiliano in Congiuntoli fino ad arrivare alle altre, nel vicino Appennino…. buon cammino!

  • Scritto in occasione del corso residenziale “Erboristi e pellegrini” a Fonte Avellana nel 2016 da Graziano Ilari, guida a Fonte Avellana ed esperto di accoglienza turistica a Pergola.